Paracadutisti e cercatori di funghi
10 9 2020
Paracadutisti e cercatori di funghi

Secondo Bruno Arpaia e Carlo Lucarelli, il romanzo storico è ricerca dell’eccezione

La storia si dipana in un eterno dualismo tra bianco e nero ed è questo l’unico strumento attraverso cui possiamo metabolizzarla. Fare ricorso alla storia significa fare irrimediabilmente ricorso alla generalizzazione.

«Ma la generalizzazione, credo, è compito degli storici. E noi non siamo storici. Forse siamo scrittori di romanzi storici, ma non sono certo nemmeno di questo» afferma Carlo Lucarelli.

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«Il romanzo di Bruno Arpaia e quello di Carlo Lucarelli muovono da due preconcetti opposti: il primo ha origine da una sinossi, da quattro avvenimenti in apparenza scollegati che finiscono per dimostrare l’esistenza di quella tonalità intermedia di cui siamo disperatamente alla ricerca; il secondo vive nel dettaglio, in tempi e luoghi precisi. Bruno è un paracadutista, Carlo un cercatore di funghi. Ma tutti e due mirano allo stesso fine». Questa l’introduzione di Marcello Flores alla presentazione di Il fantasma dei fatti e L’inverno più nero.

In Il fantasma dei fatti si fa strada una teoria del complotto intorno alla morte di due illustri dell’Italia degli anni ’60 e alla dubbia incriminazione di altri due: i primi sono Mario Tchou ed Enrico Mattei, i secondi Felice Ippolito e Domenico Marotta. Può tutto ridursi ad un progetto atto a concludere l’età dello sviluppo economico italiano, per di più riconducibile ad un unico uomo, ovvero Thomas Karamessines, capo della banda della CIA a Roma? Proprio le contraddizioni del carattere di “Tom Il Greco” portano il lettore a elaborare una propria opinione del personaggio e a rielaborarla due o tre pagine più tardi.

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L’inverno più nero, invece, si inserisce in una saga giunta, ormai, al quarto capitolo. Le vie della Bologna del 1943 fanno da sfondo alle indagini del maresciallo De Luca, perennemente costretto a fare ricorso a una morale dubbia e ad un pensiero politico ancora più volubile. La città stessa è percepita dai bolognesi come il luogo dove non accade mai nulla. È questa la convinzione che Carlo Lucarelli si impone di sfatare, rivelandone la cupezza che non si mostra agli occhi dei più.

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Queste due storie, dunque, non sono 'storia': sono fatti, non fantasmi di fatti. Il potere di trascendere l’opinione comune è dunque il motivo di rivalsa del romanzo storico. E quest’ultimo è reso tale dall’insolito, o da ciò che è insolito per chi conosce solo la storia; è scoperta, è rivelazione in un tratto di grigio.

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