Pericoli silenziosi
9 9 2018
Pericoli silenziosi

Dalle utopie della Silicon Valley alle contraddizioni dei social odierni

Un viaggio nei meandri dei territori digitali, nelle entità remote che controllano quotidianamente i nostri comportamenti, nelle presunte città intelligenti, nei sogni inquieti che - non da oggi - accompagnano il rapporto tra uomo e macchina, nei social network e nelle fake news.


Parlare delle contraddizioni relative all’universo di Internet è ormai diventato qualcosa di sempre più comune e meno appassionante: si sta rivelando troppo difficile non cadere in luoghi comuni e approssimazioni superficiali. Franklin Foer racconta a Massimo Mantellini queste contraddizioni applicate ai colossi della tecnologia (Apple, Amazon, Google, Facebook) il cui preoccupante denominatore comune è il progressivo annientamento della privacy con conseguente perdita di possibilità di scelta. Ma l’aspetto veramente allarmante è come precisi algoritmi studiati da esperti riescano a manipolarci senza farsi minimamente notare. In realtà, Foer non nega di utilizzare tutti i prodotti che critica, riconoscendo di essere stato vinto dalla loro abilità di creare dipendenza.

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Una delle contraddizioni più lampanti relative alla nascita di queste aziende ha origini storico-geografiche: i big della Silicon Valley provengono dalla stessa zona in cui negli anni sessanta venivano sventagliati gli ideali comunitari della libertà e dell’indipendenza che hanno portato alle battaglie per la liberalizzazione delle droghe e dei costumi. In questo ambiente è nata l’idea secondo la quale tutti dovevano essere connessi fra di loro, un’idea che ben presto ha preso il nome di “Internet” e si è convertita nella più grande possibilità economica del secolo. Questa tendenza ha assunto proporzioni sempre più difficili da controllare con l’avvento dei social network, di cui Foer principalmente si occupa. «I social pensano per noi», afferma il giornalista americano, mettendo bene in risalto il processo attraverso il quale ci vengono presentate solo le notizie ed i dati che ci fanno più comodo. Viene pericolosamente a mancare una dialettica, dato che ci si lascia assuefare da ciò che già sappiamo senza avere accesso ad un punto di vista contrastante. Ma Foer applica questo aspetto anche ad altre grandi aziende che non sono propriamente social network.

Amazon, per esempio, concentra tutti i suoi sforzi nella diminuzione del costo dei prodotti e questo mancato guadagno deve necessariamente penalizzare qualcuno. Nel caso dei libri sono le case editrici a soccombere alla potenza del monopolio, ma gli esempi sono vari per ogni settore. Inoltre, le possibilità di iscriversi a servizi come Amazon Prime hanno l’effetto di ingabbiare il cliente, scoraggiandolo dall’acquisto di prodotti in altri luoghi. Foer puntualizza: «Il lato negativo è l’automatismo: Amazon ti crea l’abitudine di stare con lui». Un altro esempio è dato dalle ricerche di Google. Non c’è nessun criterio che consenta la possibilità di avere risposte sofisticate: all’azienda non interessa la qualità. L’importante è dare l’informazione, ma nel momento in cui l’unico punto di accesso per averne è Google allora la democrazia viene schiacciata.

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Mentre parla, il giornalista mantiene sempre un tono pacato, ma i contenuti che presenta sono schietti ed angoscianti. L’appello finale, oltre a quello di non smettere mai di credere nella potenzialità della politica di cambiare il mondo, è relativo alla necessità di riscoprire la vita contemplativa, un pensiero che gli ha riservato critiche ed ironie da parte dei recensori del suo libro. Eppure Foer si spiega bene: «se ci fondiamo con la macchina perdiamo la capacità di interagire con il mondo. Se la nostra opinione è manipolata dalle aziende, perdiamo il controllo di noi stessi» E conclude evocando lo Shabbat, l’arte del sapersi sconnettere non solo dai social, ma anche da una condizione di attaccamento generale che impedisce la tranquillità meditativa.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 6 “Vero o falso” - Evento 9 “La democrazia al tempo delle smart city” - Evento 105 “Gli scomparsi della rete” - Evento 126 “I nuovi sfruttati” - Evento 185 “Una rivolta contro la condizione umana”.

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