Pisanello: un artista e il suo mistero
13 9 2020
Pisanello: un artista e il suo mistero

Il percorso di Melania Mazzucco a Palazzo Ducale

Melania Mazzucco ci guida fra le due sale di Palazzo Ducale dedicate a un artista da lei molto amato, il misterioso Pisanello. Soprannome vezzeggiativo di Antonio di Puccio Pisano, Pisanello è stato un disegnatore e pittore del primo Quattrocento, periodo di transizione fra la fine del linguaggio artistico medievale e l’inizio di quello rinascimentale. Sulla sua vita poco ci è pervenuto: persino Vasari confuse il suo nome, chiamandolo Vittore Pisano.

Dai documenti dell’epoca possiamo leggere i suoi spostamenti fisici, sorprendenti e inediti per le possibilità del periodo. Ma oltre alla sua esistenza errante, poco altro ci è dato immaginare: la perdita delle sue tracce di vita e della maggior parte delle sue opere sono le ragioni per cui Pisanello è rimasto un nome mitico. L’interesse e la scrittura su questo autore si fondano, per Mazzucco, su un vuoto di memoria storico: le ricerche artistiche che ha portato avanti e le parole che ha scritto sono gli strumenti con cui cerca di colmare questo vuoto malinconico di conoscenza che aleggia attorno all’autore.

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Un’altra ragione alla base della misconoscenza di Pisanello è la sua eccellenza nell'arte del disegno e delle medaglie, campi artistici che all’interno dei musei passano spesso inosservati. La prima sala che visitiamo ospita un’opera che ricopre un’intera parete: sono i resti di una sinopia, il disegno preparatorio dell'affresco cavalleresco che avrebbe dovuto ricoprire l’intera sala. Dalle linee figurative rotte, a tratti scolorite e interrotte dall’intonaco mancante, si evince una grande maestria nel disegno di cavalli: Pisanello è infatti considerato, insieme a Leonardo, uno dei più grandi disegnatori di cavalli.

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La seconda sala accoglie le sinopie che i Gonzaga avevano chiesto a Pisanello di affrescare in onore del matrimonio del figlio. Il soggetto rappresentato dall’affresco è la storia di Lancillotto. La curiosità della visione di Pisanello sulla famosa storia è che il pittore decide di rappresentare le vicende non di Lancillotto ma quelle del cugino, il personaggio minore Bohort. Come succede a uno scrittore per la stesura di un romanzo, anche Pisanello rappresenta le scene che più lo hanno colpito. Nella figura di ogni cavaliere possiamo notare un volto differente, un’espressione specifica che lo contraddistingue. La novità di Pisanello si annida anche in questa ricerca della singolarità entro storie mitiche e fondatrici dell’immaginario sociale.

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Pisanello non terminò alcun affresco all’interno del Palazzo Ducale di Mantova. Possiamo immaginarci lo sconcerto dei Gonzaga, nel vedere il pittore posare a terra i suoi strumenti e partire per un nuovo viaggio. Andare, come i suoi amati cavalieri, incontro a un’avventura che non ci è dato conoscere. I documenti dell’epoca lo attestano successivamente a Roma, poi a Napoli sotto la corte di Alfonso d’Aragona. La famiglia Gonzaga decise di adibire a cucina quella che adesso è la seconda sala del Pisanello, ricoprendo di intonaco gli affreschi lasciati incompiuti. Melania Mazzucco ci insegna che proprio ciò che è stato lasciato a metà, che la storia collettiva ha ricoperto di polvere e intonaco, ha bisogno di essere narrato e ricostruito.

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