Poesia e musica si incontrano a Palazzo Te
8 9 2017
Poesia e musica si incontrano a Palazzo Te

La parola che canta

Nel mondo della letteratura il 2016 verrà ricordato come l’anno in cui il Nobel per la Letteratura è stato assegnato a Bob Dylan. Nonostante le polemiche, da tanti anni nell’ambiente si avanzava l’ipotesi di riconoscere questo prestigioso premio al cantautore e, finalmente, è successo. Per celebrare questo evento, che sancisce il connubio arcaico e secolare fra poeti e musicisti, quest’anno Festivaletteratura - insieme al Centro Internazionale d’Arte e Cultura di Palazzo Te e il Museo Civico di Palazzo Te - ha ideato La parola che canta: tre serate di festa itinerante fra le splendide sale di Palazzo Te per avvicinare il pubblico all’incontro fra poesia e musica.


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Un’iniziativa per ricordarci che - come ha detto Sara Danius, segretaria permanente dell'Accademia Svedese che assegna il Nobel - «Se si guarda indietro a 2500 anni fa, si incontrano poeti come Omero o Saffo che scrissero testi che dovevano essere interpretati o ascoltati anche con l'accompagnamento di strumenti musicali. Lo stesso accade con Bob Dylan».

La prima serata, quella di giovedì 7 settembre, ha visto diversi eventi snodarsi tra le sale monumentali e i cortili del palazzo. Diversi per genere e per atmosfere: dal progetto Singing american poetry di Massimo Giuntoli e Clara Zucchetti, che mette in musica le parole dei grandi poeti americani (Emily Dickinson, Gertrude Stein e Jack Kerouac, per dirne alcuni), al reading A due voci del poeta Franco Marcoaldi e il fisarmonicista Ivano Battiston che hanno letto e musicato la raccolta di poesie Tutto qui (Einaudi, 2017). Fino ad arrivare a La camera della musica (da camera), con il pianista Giovanni Bietti e la soprano Gemma Bertagnolli, che nella sala di Amore e Psiche hanno raccontato ed eseguito brani del tardo romanticismo tedesco.

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Degno di nota lo spettacolo L’Italia in lungo in largo della chitarrista e studiosa di canto sociale e storia orale cantata Giovanna Marini, accompagnata dalla voce di Francesca Breschi. Come dice il titolo, un viaggio lungo la nostra penisola attraverso canti popolari, ballate, canzoni della lotta operaia e della tradizione contadina. Brani che portano indietro nel tempo e che permettono alla Marini di raccontare la sua storia artistica e personale: gli anni del Nuovo canzoniere italiano, la fondazione della Scuola Popolare di Musica di Testaccio negli anni 70, l’incontro con il teatro e con il cinema, la collaborazione con grandi artisti come Dario Fo, Francesco De Gregori, Antonio Pietrangeli.

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La parola che canta continua anche venerdì e sabato, sempre a Palazzo Te dalle 18:30 con nuovi ospiti del panorama musicale e poetico internazionale.







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