Restituire memoria per costruire il presente
6 9 2024
Restituire memoria per costruire il presente

Saba Anglana, Morena Pedriali Errani e Georgiana Ursache su identità, sangue e radici

«I sinti e i romani sono un popolo senza memoria», dice Morena Pedriali Errani (scrittrice, artista circense e attivista) autrice del libro Prima che chiudiate gli occhi (Giulio Perrone Editore, 2024), in cui racconta la storia di sua nonna Jezebel, donna sinti e artista circense che ha preso parte alla lotta partigiana nella Seconda Guerra Mondiale. L’importanza di avere e mantenere una memoria emerge anche nel romanzo La signora Meraviglia (Sellerio, 2024) di Saba Anglana (attrice, cantante e scrittrice) in cui l’autrice ricostruisce e ripercorre la storia della propria famiglia, a partire dal germe, sanguinante, della nonna Abebech.

La memoria sembra però essere legata a doppio filo con la violenza: da un lato, un popolo viene privato della propria storia, in modo sistematico e crudele, attraverso secoli di discriminazione ed il genocidio; dall’altro la violenza di uno stupro, vissuto e poi sepolto, che diventa simbolo della depredazione di un intero popolo.

Memoria e ricordo però, come sottolinea Anglana, non sono necessariamente la stessa cosa: ricordare significa esercitare un potere generativo, è una «ginnastica che ci aiuta a capire e governare la realtà», che può diventare un importante strumento di resistenza e lotta. All’indicibilità di un genocidio si risponde con il canto ed il racconto: l’oralità si fa corpo, e attraverso di essa, si costruiscono le radici di un presente memore del proprio passato. La musica ed il racconto, importantissimi per entrambe le autrici, diventa un mezzo per ritrovare la propria casa, come nel caso di Abebech in La signora Meraviglia, che rivede l’Etiopia attraverso il canto di quello che diventerà poi suo marito. Una narrazione che risponde alla spinta colonialista di soffocamento che vuole la memoria rimossa e l’identità strappata.

Per Pedriali Errani, togliere la memoria significa togliere la parola. Ed è il corpo invece a rispondere a questa assenza, rivendicandosi: attraverso la danza, i gesti e la musica, i sinti sono riusciti a riprendersi quei corpi perseguitati e violentati; attraverso il sangue, Anglana è riuscita con «l'atto psicomagico» del suo autoritratto, a curare il trauma generazionale dello stupro della nonna.

Riconoscere una memoria ed un’identità è, infine, un atto politico. «Cosa c’è di accettabile nel chiedere a qualcuno di legittimare la propria esistenza?», chiede al pubblico Anglana, riferendosi al processo di acquisizione della cittadinanza, cruciale in La signora Meraviglia. Cosa significa essere cittadini e cosa significa essere parte di una comunità? Interrogarsi su questi aspetti è un primo e fondamentale passo per riconoscere e riconoscersi.

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