Ricostruire una vita
9 9 2017
Ricostruire una vita

Due donne oltre gli stereotipi delle loro icone

Frida Kahlo e Gerda Taro, due donne che sono diventate icone: più nota la prima, conosciuta soprattutto come la compagna di Robert Capa la seconda. Vanna Vinci e Helena Janeczek le hanno raccontate, oltre ogni immagine stereotipata, restituendocene gli aspetti privati e d’artista.

Vanna Vinci ha raccontato la Kahlo attraverso un’opera a fumetti, che è un dialogo fra l’artista messicana e la morte. Per questa opera la fumettista di origine sarda ha cercato nuove soluzioni grafiche, usando spesso lo sfondo bianco, raccontando un personaggio che non sia macchietta: Frida Kahlo è ritratta nel suo rapporto con l’amore. Rivera, uomo e compagno non certo perfetto, ma che fu il primo a riconoscerne la grandezza, definendola più brava di lui. E poi Tina Modotti.

In La ragazza con la Leica, Gerda Taro è raccontata attraverso le persone che l’hanno amata: Willy Chardack, suo innamorato, l’amica Ruth Cerf, l’ex fidanzato Georg Kuritzkes. Si tratta di un romanzo storico, ambientato negli anni ’60 e negli anni ’30, in cui Gerda Taro non appare mai viva, ma vive nelle azioni e nelle parole di chi ha ricevuto l’immensa energia che lei sapeva trasmettere. Vediamo la Germania della crisi che avrebbe portato all’ascesa del nazismo, simile per certi versi al tempo che stiamo vivendo, e la parabola della giovane che «non voleva lasciarsi dettare il destino dalle temperie in cui viveva». Capa e Gerda Taro sono, per Helena Janeczek, quasi due picari: due eroi della sopravvivenza che, in maniera anche sorprendente, sono diventati icone americane di un eroismo probabilmente distante da ciò che cercavano in vita.

Per questo romanzo storico, così come per i precedenti, fra i quali il pluripremiato Le rondini di Montecassino, Helena Janeczek ha condotto un intenso lavoro di ricerca documentale, che è sfociato in un sito dedicato, ideale approfondimento dell’opera. Qui vediamo le foto dei personaggi storici, che nel romanzo si muovono accanto a quelli inventati nella fiction, restituendoci un’immagine davvero realistica della donna, la prima fotoreporter morta in guerra.

Potete approfondire ulteriormente con l'intervista rilasciata a Festivaletteratura

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Festivaletteratura