Una mattinata con Sally C. Davies Chief Medical Officerper rispondere a dubbi e domande sull'emergenza dei batteri farmaco resistenti
L'adozione di una scala micro di osservazione sul mondo per ribaltarne in modo salutare l'interpretazione è la proposta avanzata quest'anno da Scienceground. Lo spazio di incontro, dibattito e sperimentazione pensato per raccontare e problematizzare la scienza nella società e il sociale nella scienza a partire dalla letteratura (scientifica e di divulgazione) si trasferirà quest'anno nelle aule e nel chiostro del Liceo "Isabella d'Este" e sarà interamente dedicato ai microbi.
Come Chief Medical Officer Sally C. Davies ogni anno è tenuta a presentare un resoconto indipendente su un tema considerato preminente e che vorrebbe portare all'attenzione delle Istituzioni e del pubblico britannico. La Davies ha scelto quest'anno di concentrarsi sulla resistenza microbica agli antibiotici aspettandosi un'accoglienza tiepida e ben poca considerazione. Quello che è successo ha stupito lei per prima. Oltre ad aver scatenato parecchie polemiche sul tema, la Davies è stata invitata a pubblicare un libro, ora in tutte le librerie con il titolo Quando le medicine non funzionano. Il suo intento, come quello di molti infettivologi, microbiologi e ricercatori è quello di sensibilizzare il pubblico sulla necessità di riformulare e riorganizzare l'educazione universitaria a scopo medico, il lavoro ospedaliero ed aumentare i livelli di consapevolezza circa le più basiche regole d'igiene.
L'emergenza da antibiotico resistenza non è certo un fenomeno nuovo. I primi casi di resistenza alle cure furono registrati nel 1950, pochi anni dopo l'immissione in commercio della penicillina. Nel 1997 il primo caso di totiresistenza – resistenza a tutti gli antibiotici – costrinse l'Organizzazione Mondiale per la Sanità ad attivare una particolare profilassi tuttora in uso. Il 99,9% dei batteri infatti è sensibile al farmaco, solo l'0,1% resiste al trattamento e prolifera sviluppando infezioni antibiotico resistenti. Oggi l'aumento vertiginoso di casi di resistenza ha costretto gli esperti a rivedere le loro statistiche e cercare nuove soluzioni. La Davies ha sottolineato che: «è necessario uno sforzo condiviso. Un'insieme di pratiche politiche, alfabetizzazione alla materia e responsabilizzazione perché gli antibiotici non sono caramelle ma elementi preziosi per salvare vite e devono essere preservati». Per questo motivo fra le soluzioni proposte vi è quella della modifica delle legislazione ora in vigore per i brevetti farmaceutici che rende estremamente svantaggioso produrre e testare nuovi farmaci.
Un altro importante atto di sensibilizzazione è quello da compiere in relazione all'industria alimentare. Bevande zuccherate, cibo spazzatura e animali trattati con antibiotici per curare malattie potenzialmente infettive per l'intero gregge finiscono principalmente sulle tavole delle famiglie con condizioni economiche precarie indebolendo il sistema immunitario ed aumentando l'incidenza di infezioni da batteri già presenti nel corpo. Solo l'attività congiunta di politica, istruzione e ricerca potranno permettere in futuro di poter considerare la resistenza batterica un nemico temibile ma non mortale.
Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:
Eventi al Liceo “Isabella d’Este” - Lavagna ore 21.00 mercoledì 4 “Un segnale nel rumore” - Lavagna ore 11.00 sabato 7 “Prevenire le infezioni resistenti agli antibiotici” - Evento 155 “Verso la fine delle medicine?” - Lavagna ore 21.00 sabato 7 “Resistenza agli antibiotici: strutturare la sanità” - Lavagna ore 11.00 domenica 8 “Microbes: good and/or evil” - Evento 219 “Microbi, non spiriti”.