Rullare non vale: il relativismo del biliardino
10 9 2015
Rullare non vale: il relativismo del biliardino

Regole, storia, discussioni

Si può rullare? Il goal del portiere vale doppio? Per chi ricorda le interminabili discussioni tra amici sulle regole del biliardino, è il momento delle risposte. Alessio Spataro presenta il suo nuovo libro Biliardino, graphic novel, sulle origini del gioco.

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La tradizione riconosce l’inventore in Alejandro Finisterre, identità fittizia di Alexandre Campos Ramírez, che lo brevetta nel 1937 a Barcellona. Ma è in realtà impossibile risalire ad una sicura attribuzione di paternità, troppe forme sono variate nel tempo per tracciare una linea evolutiva. Rimane per certa la straordinaria passione di Finisterre per il biliardino ed è indubbio che grazie ai suoi perfezionamenti (come le stecche telescopiche, che scorrono una sull’altra) il gioco sia arrivato alla diffusione di oggi.

È conosciuto in ogni parte del mondo, le regole variano da Paese a Paese e spesso tra quartieri della stessa città, con curiose alternanze: a Mantova il gancio è consentito, è vietatissimo a Catania centro, mentre concesso a Catania in prossimità del mare. Il biliardino non è però l’unico protagonista del libro, che l’autore presenta come una triplice biografia: del gioco, di Finisterre e del Novecento. Alla descrizione della società e delle tensioni politiche del regime franchista si unisce a tratti la penna della caricatura, che qui non risparmia Sartre. La ricerca nella storia del biliardino non porta alla definizione di regole finalmente uniformi, si ferma anzi alle differenze tra varie usanze e arriva ad apprezzarne la diversità. Il goal del portiere vale doppio? Moralmente per chi lo subisce, non c’è dubbio, ma come punteggio si conta quasi sempre come uno. Si può rullare? Dipende chi hai davanti. L’incertezza permette il dubbio e rende possibili le appassionate difese della rullata, degne delle migliori retoriche forensi. Forse anche su questo si basa la fortuna del biliardino.

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