Sono femminista, scrivo femminista
8 9 2019
Sono femminista, scrivo femminista

Sorellanza, discorsi in pubblico e piccoli gesti quotidiani

Festivaletteratura sceglie la grande narrativa come bussola per orientarsi nel mondo. A partire dagli Stati Uniti, paese che forse più di ogni altro riflette le contraddizioni del nostro tempo.

Estremamente variegata per scelte tematiche e cifre stilistiche è la pattuglia di narratori britannici ospiti a Mantova.


Cosa significa essere donna oggi? È questo l’interrogativo attorno a cui ruota l’ultimo libro di Meg Wolitzer, autrice in grado di indagare l’identità femminile e i rapporti fra le donne senza sottrarsi a quelli che sono i conflitti interni. Greer, la protagonista, all’inizio del romanzo è ai suoi primi mesi di college: una ragazza “furiosamente timida in modo selettivo”, intelligente, amante dei libri, piena di opinioni che però non riesce a esprimere a voce alta. Grazie a un evento organizzato dalla scuola che frequenta, incontra la famosa femminista Faith Frank e a lei si rivolge per cercare di dare un senso a un episodio che le è accaduto la prima settimana durante una festa: un ragazzo ha avuto molte difficoltà ad accettare il suo “no”, mettendola in una posizione di disagio. Di fronte all’università che non ha preso alcun provvedimento serio, nonostante la denuncia da parte di diverse ragazze e l’indifferenza di tutti quelli che sembrano avere archiviato la vicenda, Greer spera di avere da Faith una risposta, per capire cosa fare, come gestire i sentimenti legati a quello che è successo.

Accanto a loro ruota un universo di personaggi minori, ognuno con la propria storia e ognuno di loro imperfetto: Meg Wolitzer racconta di essere molto interessata ai personaggi, perché desiderosa di indagare cosa fa sì che una persona diventi quello che. Conoscere un personaggio significa conoscere un mondo, attraverso la loro vita il lettore comprende in che universo si muovono e com’è vivere oggi. Nessuno di loro è perfetto, tutti rivendicano il proprio diritto alla contraddizione, a essere sé stessi indipendentemente da ciò che gli altri si aspettano da loro.

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Quando il libro è uscito negli Stati Uniti nel 2018 i giornalisti hanno chiesto a Meg Wolitzer se fosse una conseguenza del #MeToo, non considerando i tempi di scrittura e pubblicazione. In realtà le idee e situazioni presenti in questo romanzo (misoginia, potere femminile, dare un senso alla propria vita) circolano da molto tempo, così come l’importanza dell’incontro con persone che credono in te e influenzano la tua vita. Meg Wolitzer rivendica il suo essere una scrittrice femminista, ma La verità delle donne è la prova che ci sono tanti modi, ugualmente validi, di essere femminista: per alcuni è parlare in pubblico, per altri è il modo in cui ci comportiamo con i nostri partner o familiari e ogni modo è un gesto politico. E come dice Faith Frank nel suo discorso che tiene all’università, femminismo è anche allearsi con le altre donne, in una sorellanza che permetta a tutte di fare ciò che vogliono.

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Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 61 “Il giorno in cui cambiò l’America” - Evento 109 “Madri e figlie coraggio” - Evento 110 “Per scrivere bisogna essere un camaleonte” - Evento 122 “Reinventare l’America” - Evento 168 “Un sogno coltivato a lungo” - Evento 173 “Contro il virus della noia” - Evento 183 “Il romanzo dalla sceneggiatura perfetta” - Evento 187 “Epica contemporanea” - Evento 189 “Sono femminista, scrivo femminista” - Evento 205 “Il maestro della narrazione”.

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