Storia di Harry Parker e di come è cambiata la sua vita
9 9 2017
Storia di Harry Parker e di come è cambiata la sua vita

Da "Anatomia di un soldato" ai progetti futuri, Parker si racconta al Festival

Nelle piazze del Festival si raccolgono le storie di chi ha perduto la propria terra. Chi ha dovuto allontanarsi dai terreni di conflitto o da un regime oppressivo, trova qui uno spazio per raccontare la propria condizione. Come K. Thùy, M. Thien, T. Aw, J.E. Agualusa, E. Kurniawan, F. Bayrakdar, H. Parker: sono queste alcune delle voci internazionali del Festival.


Era il 2009 quando Harry Parker, all’epoca capitano dell’esercito inglese stanziato in Afganistan, ha incontrato un oggetto che ha cambiato la sua vita in modo sostanziale. Un ordigno rudimentale costruito dai ribelli gli ha fatto perdere entrambe le gambe, una durante l’esplosione e una a causa di un’infezione.

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Quest’esperienza è stata l’ispirazione per Anatomia di un soldato, le vicende sono ispirate a quelle capitate all'autore, ma allo stesso tempo assolutamente universali. Parker non fa mai riferimenti specifici al contesto della guerra, i personaggi non sono “americani”, “inglesi” o “musulmani”, ma solo esseri umani. I luoghi non hanno un nome. A raccontarci i fatti non sono le persone ma 45 oggetti che si danno il turno, capitolo dopo capitolo, dando il proprio punto di vista sugli eventi.

Tempo fa aveva dichiarato, durante un intervista a Vanity Fair: «Gli oggetti mi hanno consentito di mantenere un maggiore distacco e di evitare qualche virata verso il sentimentalismo. […] Ho scoperto che cominciavo a pensare agli oggetti in maniera diversa: a come vengono creati, come si muovono per il mondo, che valore hanno per la gente, di quanta ritualità e quanto significato vengono investiti».

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Un laccio emostatico, uno specchio, un tappeto, una sacca del sangue, un drone sono solo alcuni degli oggetti che prestano i propri occhi al lettore. I tre personaggi principali appartengono a fazioni diverse: Tom Barnes è un soldato straniero che viene ferito alle gambe, Latif sostiene i ribelli locali, Faridul spera che gli stranieri riescano a portare la pace. Ma di fronte alla violenza delle bombe queste differenze non avranno alcun significato.

Nonostante il rapporto di Parker con la guerra sia ancora oggi ambiguo, si sente molto diverso dal ragazzino di un tempo, romantico e pronto combattere per il suo paese. Parker è partito per la sua prima missione in Iraq pensando, secondo il vecchio adagio, che le esperienze l'avrebbero reso un uomo più forte. Oggi riconosce che non c’è niente di più falso. Secondo la sua esperienza, prima dei quarant’anni quasi tutti i soldati subiscono un importante trauma fisico o psicologico. «Non ritengo di essere le mie ferite» ha detto Parker durante l’evento. Guardandosi indietro ora, ha raccontato, i più grandi sconvolgimenti della sua vita non gli sembrano la guerra e l’esplosione, ma sposarsi e avere una bambina.

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È stato, in un certo senso, protagonista di una storia che non aveva scelto – ma oggi si sente molto di più di un soldato ferito. Sta scrivendo da diversi mesi il suo secondo libro, di cui non ha voluto svelare troppo. Quello che sappiamo è che sarà un romanzo molto diverso: non si parlerà di soldati e, soprattutto, a commentare gli eventi questa volta saranno persone in carne ed ossa.



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