Kateřina Tučková nel suo libro L'eredità delle dee tratta la storia delle comunità locali dissipate nelle località dei Carpazi Bianchi e il tema della memoria. Secondo l'autrice infatti è impossibile tramandare di generazione in generazione il sapere e le tradizioni antiche, vista la scomparsa dell’ultima esponente di questo pensiero avvenuta nel 2001.

L'autrice ha studiato la documentazione della polizia segreta Nazista e Comunista, scoprendo che le donne venivano utilizzate per gli esperimenti pseudo-scientifici all’interno dei campi di concentramento, mentre i Comunisti le ritenevano delle ciarlatane. Nelle località dei Carpazi Bianchi gli uomini erano visti come antagonisti delle donne ma esse erano la erano la vera fronte di reddito per la famiglia, in cui spesso l’abuso di alcolici maschile costituiva un grande problema. Nel libro l'autrice vuole evidenziare che è l’uso che si fa della conoscenza delle guaritrici a farle percepire dalle persone di volta in volta come buone o cattive. È proprio il forte valore delle credenze popolari a influenzare il pensiero delle comunità.

In conclusione dell'evento l'autrice rimarca il valore della memoria, sottolineando che molto spesso la storia studiata a scuola dovrebbe essere implementata dalla conoscenza dei racconti di chi ha vissuto in quel determinato periodo storico. Questi infatti hanno la stessa importanza degli eventi storici per la comprensione e il ricordo di ciò che è stato.