Storie vere di donne bugiarde
9 9 2017
Storie vere di donne bugiarde

Alterare la realtà può essere la chiave per arrivare a capire se stessi

Se i confini geografici sono valicabili, ancor più lo sono quelli che convenzionalmente delimitano i generi letterari: gli scrittori di questa edizione si dimostrano tra i più propensi a muoversi liberamente tra canoni, forme e registri espressivi.



Cos’è la verità letteraria? In un articolo per minima&moralia, Luca Alvino cerca di spiegarlo ricorrendo a Philip Roth quando dice che «uno scrittore degno di nome arrivato a trentasei anni non attinge alla propria esperienza per inventare delle storie, ma proietta le proprie storie nella sua vicenda biografica con lo scopo di modificare la sua vita stessa […] Il fiore più prezioso della sua identità letteraria non risiede nei nudi fatti della sua esistenza, né nella creatività che egli impiega nella sua narrativa, ma nel nucleo più terso della sua invenzione proiettato nel cuore pulsante della sua esperienza».

La giornalista Federica Velonà cerca di fare la stessa cosa, rivolgendo la domanda a Teresa Ciabatti ed Elisabetta Bucciarelli, perché nei loro romanzi, rispettivamente La più amata e Chi ha bisogno di te, le scrittrici italiane si confrontano sul confine tra letteratura e realtà.

«Il mio rapporto con la realtà è contraddittorio e difficile, io sono bugiarda nel senso che mi racconto bugie che mi servono per stare al mondo», risponde la Bucciarelli «nel mio libro non c’è nulla di me, ma quello che c’è di vero è la coerenza dei miei personaggi, io cerco di raccontare una storia che contenga simboli, metafore con cui il lettore possa immedesimarsi»

La Ciabatti non è da meno, descrive il suo romanzo come interamente basato su una bugia: si è liberamente servita del materiale reale familiare, alterando e manipolando la verità in un esperimento letterario che non può necessariamente coincidere con la realtà.

Anche durante l’incontro viene fatto il nome di Philip Roth, quando la candidata al Premio Strega legge un estratto di Pastorale americana: «rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando».

L’unica verità è la certezza di non poter arrivare a conoscere in toto una persona, però è possibile avviare un percorso di conoscenza di sé, ed è proprio quello che fa la protagonista de La più amata, tanto che la storia perde l’interesse per la riscoperta del padre (quella misteriosa figura che è Lorenzo Ciabatti) e si concentra piuttosto sullo svelamento di se stessa.

Niente memoir o autobiografia, piuttosto un grandioso tentativo letterario di sopravvivenza messo in atto da un innesto della realtà nella finzione, che per quanto terapeutico ha il suo prezzo emotivo.



Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone gli eventi: 35 IRONICI MALINCONICI - 39 IN PROFONDITÀ - 53 PICCOLE GRANDI STORIE - 65 IL PROFUMO DI LEGNO FRESCO 77 CON LA MEMORIA COMBATTO I MOSTRI - 90 LABILI CONFINI DELLA MENTE - 91 LE COSE NON SONO MAI COME APPAIONO -106 IL FILO ROSSO DEGLI UOMINI ILLUSTRI - 115 “L’AMORE SI IMPOSSESSAVA DI LEI” - 132 IL PONTE TRA L'AFRICA E L'EUROPA - 136 NEL BAR DI PAESE - 145 UN UOMO DALLE MOLTE VITE - 160 TRA LE BRACCIA DI JESSE - 163 I MONTI SONO MAESTRI MUTI - 175 IL MONDO IN UNA STANZA - 194 NOI SIAMO CON TE - 201 DIARI PER IMMAGINI - 208 MISTERI LEGGENDARI - 210 SE SON ITALIAN, PERCHÉ ME CIAMO COVACICH?

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