Sul palcoscenico del destino
12 9 2015
Sul palcoscenico del destino

Il teatro è dove c’è qualcosa che accade

L’evento è ormai giunto al termine, quando dal pubblico un uomo si alza, prende il microfono e offre a tutta la platea una grande lezione di umanità ed umiltà. “Scusatemi per gli errori che farò, la mia lingua madre è il francese - prosegue - Sono un intellettuale africano e da sette anni risiedo in Italia. Vorrei chiedere a Wole Soyinka come è possibile galvanizzare (sì, ha usato proprio questa parola) il ruolo dell’intellettuale black in un contesto in cui i giovani africani rinnegano le proprie radici e la propria cultura, come è possibile per l’uomo nero rinfrancare la propria identità?” Un timido e commosso applauso scroscia tra gli affreschi della Chiesa di Santa Paola.

Wole Soyinka, poeta e drammaturgo nigeriano, è stato il primo africano ad essere stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura. Inorgoglito, risponde dicendo che, invece di rapsodizzare il concetto di negritudine, si dovrebbe diventare delle tigri, balzare sulla preda e mangiarla, suggerendo così un approccio proattivo. La battaglia dell’identità nera, afferma, è da combattere soprattutto all’interno delle mura domestiche.

Durante la conferenza Peter Florence e Wole Soyinka hanno discusso del ruolo differente che il teatro assume nella tradizione africana rispetto a quella occidentale: ovunque ci sia uno spazio in Africa, quello è teatro. Il teatro è dove c’è qualcosa che accade.

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