Sulla carta, ci incontriamo
12 9 2021
Sulla carta, ci incontriamo

Panchina epistolare fra Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti

Sotto le fronde degli alberi di Piazza Lega Lombarda una panchina è pronta per ospitare le voci di due dei più grandi poeti di inizio Novecento: Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti. A fianco è poggiata una vecchia valigia, a simboleggiare il loro spirito sintonizzato più sulla fuga che sul restare e un'abat jour a ricreare l’atmosfera intima di un carteggio d’amore.

Le coppie di lettori sono pronte ad entrare in scena: c’è chi, per entrare a pieno nella parte di Guido o Amalia, ha scelto con cura estrema e raffinata di indossare abiti appartenenti alla moda primonovecentesca. Amalia è stata interpretata come una dama di corte, vestita con cappello piumato, parrucca a boccoli, corpetto e scarpe col tacco oppure con un vestito a quadri liscio, semplice ed elegante. Guido invece non ha mai tolto la camicia, sui corpi dei lettori che lo hanno interpretato, talvolta ha avuto pure il corpetto.

Le parole scambiate fra i due poeti sono l’incontro di due solitudini. Parlano e confessano a loro stessi ardore e sofferenza, nel mentre che si indirizzano all’altro. La lettera serve proprio a questo: a rendere noi più chiari a noi stessi, rendendo la persona amata testimone delle nostre confessioni. Le sofferenze dei due poeti sono palesate: un dolore «che è un godimento», come scrive Amalia, forse perché il dolore offre l’occasione di ripiegarsi in sé e aprirsi alla creazione poetica.

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A mano a mano che le letture proseguono scopriamo che gli incontri reali fra i due sono stati pochi. Guido si tira indietro davanti alla bellezza, alla possibilità di un sentimento che potrebbe travolgerlo. Il fascino e la fama di Amalia lo attirano e allontanano al tempo stesso, come qualcosa che forse è troppo per lui:

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Quando l’incontro reale avviene, Guido ammette pure di esserne deluso, che la fisicità ha inquinato la spiritualità del loro rapporto. Amalia confessa di voler andare verso di lui, ma anche che trema all’idea di farlo, per il timore della delusione che proverebbe nel momento in cui lui non ci fosse:

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Emozioni contrastate, come solo le emozioni vere possono essere, incontri brevi e folgoranti, disperazione e arte si dipingono e vibrano sui volti estasiati degli ascoltatori. Diversamente da altri eventi del Festival la panchina letteraria non raccolta libri, ovvero ciò che gli autori hanno coscientemente deciso di pubblicare ma mette in scena frammenti di quel mondo intimo e segreto che si cela dietro a ogni artista.

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