Tra regole e coscienza
8 9 2019
Tra regole e coscienza

Con Colombo e monsignor Nicolini in bilico sulla linea che separa ciò che ci viene imposto da ciò che riteniamo giusto

Per superare il senso di disorientamento che pervade le società contemporanee e tornare a mettere il futuro al centro del nostro orizzonte servono nuove etiche e nuovi strumenti di pensiero capaci di scardinare logiche e sistemi di potere accettati come incontrovertibili. In questo senso filosofi, economisti e intellettuali di varia formazione indicheranno al Festival alcuni possibili percorsi, seppur parziali, per rimettere mano a paradigmi e categorie interpretative che ormai risultano inadeguati. Un ampio ventaglio di riflessioni verrà ad aprirsi sulla guerra, attraverso una serie di incontri che toccheranno il confronto interreligioso, il ruolo della scuola e della comunicazione nel formare le coscienze, il racconto dei conflitti alle più giovani generazioni.


Più o meno, cosa sono le regole lo si sa. Anche se spesso si confondono con le sanzioni, cioè quello che succede se le regole non si rispettano, più o meno, lo si sa. Ma cos’è invece la coscienza? Al Festival cercano di rispondere a questa non facile domanda Gherardo Colombo, ex magistrato da tempo impegnato nella divulgazione sui temi della legalità, e monsignor Giovanni Nicolini, coinvolto in progetti di supporto alla popolazione carceraria.

(caricamento...)

«La coscienza – ha detto Colombo – è un po’ più complicata da definire. Potremmo dire che è ciò che nel nostro intimo più profondo riteniamo essere giusto o ingiusto». Il problema a questo punto diventa un altro: cioè che ciascuno di noi ha una sua coscienza, che spesso non coincide con quella degli altri. Quindi, come trovare un’interlocuzione (perché una mediazione sarebbe impossibile) tra regole e coscienza?

(caricamento...)

«Quando vado in carcere – ha continuato monsignor Nicolini – ogni volta penso che le persone che ci trovo dentro sono state molto meno amate di quanto lo sia stato io. Una persona amata è una persona fortunata: diventa fortissima. Nei carcerati spesso trovi la privazione dell’amore, la solitudine. La cattiveria non è altro che il risultato della loro storia»

Colombo cerca di traslare la riflessione del suo interlocutore al tema delle regole. Spiega che nel mondo scientifico è quasi accertato che l’uomo prenda le decisioni in base a tre fattori: il fattore genetico, quello educativo e quello ambientale. «Chi cresce e vive in un ambiente violento, troverà giusta la violenza. La nostra idea di giustizia dipende dalla giustizia che abbiamo “subìto”.

(caricamento...)

Nicolini continua sul carcere, lamentandosi per la mancata attuazione del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena. «Questo principio – ha detto – continua ad essere pronunciato ma non attuato. In carcere ci sono centinaia di guardie ma solo un paio di terapeuti». Quello delineato insomma è un sistema profondamente ingiusto. Ma se ad ogni quesito corrisponde una questione più grande, in questo caso: che cos’è la giustizia? «Consiste semplicemente – chiosa Colombo – nel pensare: “Io non sono più di te”».


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone: Evento 13 “Umanesimo inquieto” - Evento 24 “Un nuovo racconto della guerra” - Evento 25 “E alla fine un mondo lunare” - Evento 33 “Raccontare il mondo” - Evento 73 “Per un nuovo pensiero africano” - Evento 89 “12 dicembre 1969” - Evento 142 “Dedicato ad Ágnes Heller” - Evento 145 “L’economia del valore” - Contaminazioni ore 18.00 sabato 7 “L’inflazione della verità scientifica” - Evento 175 “Il mondo è giovane ancora” - Evento 190 “Tutte le guerre del mondo” - Evento 204 “Affermare l’umanità” - Accento ore 14.00 domenica 8 “Le sante ossa” - Evento 209 “La democrazia esclusiva e i suoi sovvertimenti” - Evento 215 “Le regole e la coscienza”.

Festivaletteratura