Trasformazioni abitative
11 9 2021
Trasformazioni abitative

Emanuele Coccia, Luca Molinari: Come i social e il lavoro da remoto cambiano le nostre case

Casa è una parola e un luogo che conosciamo bene: finita la giornata, tutti correremo a rintanarci dentro le sue mura. È un punto fisso che c’è sempre stato, che diamo per scontato, sottovalutando il suo valore. Cosa riusciremmo a fare, senza una casa?

Nell’incontro, il dialogo fra Emanuele Coccia (Filosofia della casa) e Luca Molinari (Le case che siamo) esplora da due punti di vista inscindibili - la filosofia e l’architettura - il nostro abitare: cosa vi sta dietro, quali arcani misteri fanno sì che senza di esso venga meno tutto il nostro stare al mondo.

La pandemia ci ha fatto porre uno sguardo diverso alle mura domestiche: ci siamo resi conto per la prima volta del valore inesauribile di questo spazio, della chiusura necessaria offerta da quattro mura che serve per aprirsi al mondo. La condizione innaturale e talvolta violenta dello stare chiusi in casa ci ha portato a confrontarci con gli spazi che avevamo costruito per il nostro abitare: gli arredamenti, i tessuti, gli utensili, la disposizione delle stanze. A dare loro ascolto e interrogare il rapporto instaurato fra noi e loro.

La pandemia non ha fatto altro che amplificare ciò che la tecnologia aveva già creato: una casa che da tana si trasforma in castello. Attraverso internet e i social la vita pubblica ha iniziato insistentemente a bussare al portone di casa, prima blindato al mondo, entrando con prepotenza. Durante la pandemia, i social sono state finestre verso la vita pubblica fuori negata. Educazione, brindisi con gli amici, sport attraverso lo schermo e tutto nello stesso identico luogo. Il luogo del privato, dell’intimo, della conservazione dallo sguardo indiscreto dell’altro, attraverso la tecnologia è stato invaso dalla vita pubblica che ne ha varcato ogni confine.

Essendo la città moderna, dall’Ottocento ad oggi, costruita sul concetto di privacy, secondo cui vige una netta separazione fra la strada che è di tutti e la casa che accoglie il nostro intimo, l’intera idea di città è oggi messa in discussione. Internet e i social in particolare distruggono la distinzione fra esterno e interno, rendendo fluido il portone di casa.

Anche il telelavoro pone esigenze nuove nella pianificazione territoriale delle città. Se lo smart working rende possibile abitare ovunque, la casa si fa monade, non più iscritta al tessuto economico e sociale di un territorio. Il pensare e costruire case e città dovrà mutare, aprirsi a nuove forme di socialità e eros, pensando con sguardo filosofico il suo destino e adattando a nuove esigenze la sua struttura portante.

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