Un giornata al Festival
11 9 2015
Un giornata al Festival

di Bianca Pitzorno

9 settembre 2015

Oggi non ho impegni ufficiali: niente incontri, niente interviste. Una giornata per andare a spasso a godersi il festival scegliendo un po' 'a naso' quello che mi attira. Anche all'ultimo momento.

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La redazione però ha deciso di farmi seguire passo passo da un fotografo per documentare il mio 'dolce far niente'. Gli do appuntamento per le dieci, così almeno oggi riesco ad alzarmi con calma e a fare colazione seduta e rilassata, a differenza degli altri giorni dove tutto è di corsa.

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Davide viene a prendermi al Residence dove ormai da anni mi sistemano per il Festival, un posto bellissimo, con grandi camere affrescate e un giardino dal cui muro si affacciano le teste in terracotta dei cavalli preferiti dei Gonzaga. Ieri notte ho studiato il programma e ho deciso di cominciare la giornata con un 'evento minore': lettura di poesie nel piccolo giardino medioevale della Beata Osanna Andreasi.

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L'ho scelto perché conosco il poeta, Vittorio Lingiardi, conosco chi lo introduce, la bravissima Liliana Rampello, e sopratutto conosco il luogo, un'oasi di pace un po' discosta dagli altri luoghi più frequentati. Ma se pensavo che il pubblico non sarebbe stato numeroso, mi accorgo subito di aver sbagliato previsione. Le sedie sono quasi tutte occupate, pubblico in prevalenza femminile e di una certa età. Femminile anche la voce che legge le poesie, pacatamente, senza l'enfasi eccessiva che troppo spesso rovina queste letture. Anna Bonaiuto.

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E' il secondo giorno del festival, la prima mattina perché ieri le attività sono cominciate dopo pranzo. Per me è il diciannovesimo anno, non me ne sono perduta un'edizione. E dunque conosco tutti o quasi. E dunque a ogni passo abbracci e saluti, ancora con noi, e quest'anno cosa farai, per oggi vado a zonzo, che bello, allora ti presento Tizia e Caia, magari potete parlare con calma di un progetto che mi è venuto in mente.

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I cervelli festivalieri non stanno mai a riposo, neppure durante l'inverno. Silenzio, spegnete i telefonini che sta per cominciare l'incontro. Nel mio ruolo di pubblico non mi azzardo a fare commenti critici; potete credermi se vi dico che me lo sono goduto. Finito l'incontro riaccendo il telefono e trovo un sms: la responsabile dei Libri per Ragazzi di Mondadori mi informa di essere appena arrivata e che vorrebbe pranzare con me. Chiedo al fotografo se ha voglia di accompagnarmi -oggi siamo legati a filo doppio-; lui gentilmente accetta e ci dirigiamo verso Piazza delle Erbe. Strada facendo incontriamo altre persone conosciute.

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Altri baci e abbracci. Io ne approfitto per sbirciare le vetrine, Mantova ha dei negozi belli e poco omologati. Sia tra i vestiti e le scarpe, sia tra gli oggetti più disparati, qui si trovano cose originali e raffinate. Difficile tornarsene a casa senza aver comprato qualcosa.

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L'amica di Mondadori ha prenotato un tavolo ai 'Rampini'. Con noi c'è un altro autore, il giallista Marco Malvaldi, che ci racconta del suo lavoro principale: è un esperto di statistica, chi l'avrebbe mai detto! Mangiamo i tortelli di zucca, come potevamo scegliere un cibo diverso? L'amico scrittore si sbrodola i pantaloni e deve correre in albergo a cambiarsi prima dell'incontro che ha nel primo pomeriggio.

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Lui oggi lavora. Io no, e finito il pranzo torno a guardare le vetrine, questa volta sotto i portici. I negozi però sono chiusi, volevo comprarmi un orologio per sostituire quello che avevo al polso e che sono riuscita a rompere, nonostante la fama degli Swatch di essere infrangibili. Rimando l'acquisto all'indomani e me ne torno pian piano al Residence.

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Le strade sono piene di gente, addetti ai lavori riconoscibili dal badge, visitatori appena arrivati che consultano la piantina e che si chiedono se ci saranno ancora biglietti disponibile. Pare che l'evento più richiesto sia la lettura dell'Artusi da parte di Paolo Poli al Teatro Sociale, ma è tutto esaurito. Io a quell'ora ho previsto di andare all'Ariston a sentire Lella Costa.

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Ma prima voglio concedermi un pisolino e poi il documentario su Susan Sontag al cinema Oberdan.

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Naturalmente strada facendo incontro altre persone conosciute. Sembra che, finite le vacanze estive, tutto il mondo che in qualche modo gira attorno ai libri si sia dato convegno a Mantova. Il documentario è interessante, rivela aspetti della scrittrice che ignoravo. Domani toccherà a me presentare nello stesso posto il documentario di Giancarlo Soldi su Tiziano Sclavi a Dylan Dog.


All'uscita, lungo il fianco del Teatro Sociale c'è una lunghissima fila in paziente attesa di vedere Paolo Poli. Molti non hanno il biglietto, sperano in qualche defezione dell'ultimo minuto, magari questa fila la stanno facendo invano. Ma quanta energia ha tutta questa gente? Io già muoio di sonno, sono così stanca che quasi non ho fame e ceno con un bicchiere di yogurt all'ananas. E questa è stata una giornata di riposo. Domani riprenderò a lavorare. Ma che bella la stanchezza da Festival!

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Bianca Pitzorno

Festivaletteratura