Emel Mathlouthi porta il suo messaggio al mondo
(dalla canzone Kaddesh di Emel Mathlouthi).
Quello di Emel Mathlouthi non è un concerto, ma una dichiarazione di politica umanitaria. Quest’anno Festivaletteratura si colora di rosso e bianco – cromie della bandiera della Tunisia – per portare sul palco di Campo Canoa una delle artiste più importanti del panorama musicale contemporaneo nordafricano. Emel ha trentotto anni e con le sue canzoni, in particolare Ya Tounes Ya Meskina (Povera Tunisia) Kelmti Horra, è stata una delle protagoniste della rivoluzione dei Gelsomini, ovvero la Rivoluzione tunisina del 2010-2011.
Nel gennaio del 2011 è stata registrata in Avenue Habib Bourguiba mentre cantava Kelmti Horra (My word is free – la mia parola è libera) ai manifestanti ed il video è diventato in brevissimo tempo virale grazie alle numerose visualizzazioni.
(dalla canzone Kelmti Horra – My word is free – di Emel Mathlouthi).
Da allora ha tenuto concerti in tutto il mondo e, con il compito di diffondere il messaggio dei cambiamenti che stavano avvenendo, è riuscita con le sue parole a smuovere migliaia di cuori e menti, da New York fino a Bagdad. Nel 2013, dopo il suo primo concerto al Cairo dalla rivoluzione, il giornale nazionale Ahram Online l'ha definita "La Fairuz della sua generazione".
Il momento più significativo della sua carriera è stato nel 2015 quando è stata invitata ad esibirsi alla Cerimonia della consegna del Premio Nobel per la Pace, dove ha eseguito due interpretazioni della sua canzone Kelmti Horra.
Oggi Emel vive a Parigi, in Francia, da quando il governo tunisino ha bandito le sue canzoni dalla radio e dalla TV. Nonostante questo, i video delle sue esibizioni hanno continuato a circolare su Internet trovando sempre una via per ritornare alla natia Tunisia.