Una voce per darla a tutti
10 9 2022
Una voce per darla a tutti

Sandra Ramirez racconta la sua storia, Giorgio Brizio ci ricorda di usare il nostro privilegio

Dopo Willie Peyote e Stefano Liberti, Giorgio Brizio mette ancora una volta il suo accento sulla questione climatica. Questa volta lo fa con una persona che lui stesso definisce “estremamente straordinaria” e che chiama con una volontà precisa, farle raccontare la sua storia.

Sandra Ramirez è una Human Right Defender, viene dalla Colombia che è stata costretta a lasciare come molti altri attivisti per il solo fatto di difendere la terra e l’ambiente. Ora vive in Canada e si definisce fortunata «ho potuto studiare in un paese dove l’istruzione non è un diritto, ma un privilegio» e non ritiene la sua attività qualcosa di straordinario «It’s just the way we live», dice a Brizio in chiamata.

La consapevolezza del valore dell’istruzione la accompagna per tutta la sua attività in Colombia, secondo Ramirez infatti «solo studiando è possibile migliorare il futuro e cambiare la realtà». Importanza che prova a trasmettere alle famiglie delle comunità rurali con cui lavorava in Colombia, prevalentemente povere e con poca fiducia nella scuola. Luoghi da raggiungere con tre o quattro ore di camminata e spesso carenti di insegnanti che cercano di non farvici assegnare, ma che le ha permesso di riscattarsi e trasformare la sua vita. Lei stessa proviene da una famiglia povera ed è riuscita a laurearsi grazie alle borse di studio che le sono state assegnate.

La sua maestra le diceva che avesse l’intelligenza per desiderare e sognare, di continuare a farlo. Questo esempio spinge l'autrice a proseguire, e lei oggi è di ispirazione per molti altri attivisti per il clima. Giorgio Brizio sottolinea l'importanza dell’esempio come mezzo di mobilitazione, nel suo libro racconta di John Lewis, il compagno di Martin Luther King in testa alla prima marcia di Selma per lanciare un messaggio di unione a tutta la nazione.

I due autori si conoscono per la rima volta alla COP 26 di Glasgow, un grande «circo climatico» per Brizio, ad un incontro per ricordare le vittime della repressione all’attivismo climatico. L’uccisione di chi si occupa di ambiente e crisi climatica è sempre più frequente. Brizio si sente fuori luogo, lui è bianco e privilegiato, ma la richiesta di Ramirez nei suoi confronti è chiara «Mi piacerebbe ci aiutaste a non diventare solo dei nomi letti su fogliettini di carta ad eventi come questo”.

L’esperienza di Ramirez alla COP più seguita di sempre è emblematica dell’ingiustizia sistemica che colpisce i MAPA (Most Affected People and Areas). Amnesty International le propone di partecipare per portare la sua testimonianza sui diritti ambientali, ma a questa opportunità si interpone una barriera linguistica. Il requisito principale per la partecipazione è sapere l’inglese, difficile in un paese che frena l’istruzione. Un requisito che limita ulteriormente la possibilità per le persone più colpite dalla crisi climatica di far sentire la propria voce. Ramirez in pochissimo tempo riesce ad imparare la lingua, solo per avere conferma di una realtà ancora peggiore. «Volevo raccontare al mondo la mia visione, completamente diversa da quella che stava portando la delegazione del mio Paese» dice «Ho poi capito che però non tutti erano veramente interessati a quello che avevamo da dire». La COP in se non ha funzionato, ma ha permesso a molti attivisti per il clima di paesi diversi di incontrarsi creando un forte desiderio di azione.

Il racconto della sua esperienza di coltivazione del famoso caffè colombiano si incrocia con una riflessione sul rapporto tra l’uomo e la terra. La relativa calma politica e militare nel Paese dopo il 2012 ha permesso alle popolazioni indigene di recuperare il loro rapporto con la terra. Alle monoculture in area fertile, oppongono agricoltura che potesse ripulire e nutrire il territorio e ritornare alle origini producendo il caffè colombiano che da piccoli trovavano a casa dei nonni - detta anche agroecologia.

«Parlare di clima è parlare di giustizia climatica» secondo Brizio, «non ci dobbiamo preoccupare solo dei MAPA a livello globale, ma anche di quelli che che subiscono ingiustizia climatica in un’Italia al centro di un hotspot climatico». Segue l’invito ad informarsi, informare e a non avere mai paura di essere scomodi. Ricordando le politiche imminenti, Brizio chiude con l’esortazione a scendere in piazza insieme ai Fridays For Future nello sciopero globale del 23 Settembre.

Festivaletteratura