Venezia, la diversità italiana
10 9 2017
Venezia, la diversità italiana

Venezia, la città delle cose rovesce

Andrea Molesini ci parla di Venezia, della sua storia, della sua gerarchia e di come sia una città completamente diversa da tutte le altre. Per Venezia la gerarchia non è una cosa molto importante, se di solito una persona ritenuta di rango superiore non è molto propensa a interagire con persone meno abbienti, a Venezia è il contrario. Data la grande cultura dello spritz e dato che Venezia è una città dove per spostarsi bisogna camminare, tutte le persone di qualsiasi rango sia economico sia sociale camminano insieme e parlano spesso tra di loro. Molesini parla dello schei, che è un’unità di misura che proviene dalle monete che venivano utilizzate durante la dominazione austriaca. La cosa curiosa è che lo schei viene utilizzato soltanto per numeri uno e due, che sono i numeri delle monete che c’erano ai tempi del loro utilizzo.

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Il marangone è un uccello che si vede molto spesso a Venezia, lo si riconosce quando rannicchia leali e si tuffa in mare per far preda di pesci. Sono chiamati marangoni anche i palombari che devono fare delle riparazioni o spalmare la pece per rendere impermeabile lo scafo, perché si attaccano una corda alla vita e si tuffano in mare.

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Venezia però è cambiata da come la descrive Molesini, che spiega anche questo - che da una città di persone sapienti e di artigiani molto richiesti si è trasformata in una città prettamente turistica. Ora Venezia he nel turismo la sua maggiore fonte di guadagno e sono rimasti in pochi a svolgere i lavori più legati alla tradizione della città. Molesini ci descrive una città di camerieri e cita una famosa frase: «non c’è nulla di buono da aspettarsi da una barca dove il numero dei camerieri è più alto di quello dei marinai» e la applica anche alla città.

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