Vita di un outsider
9 9 2017
Vita di un outsider

Tash Aw, lo scrittore sospeso fra due mondi

Nelle piazze del Festival si raccolgono le storie di chi ha perduto la propria terra. Chi ha dovuto allontanarsi dai terreni di conflitto o da un regime oppressivo, trova qui uno spazio per raccontare la propria condizione. Come K. Thùy, M. Thien, T. Aw, J.E. Agualusa, E. Kurniawan, F. Bayrakdar, H. Parker: sono queste alcune delle voci internazionali del Festival.



L'immigrato vive sospeso in una sorta di limbo dantesco senza possibilità di ritorno. Sfida se stesso e le proprie convinzioni, cambia il modo in cui pensa e per la prima volta vede le microscopiche differenze che, come fratture, creano un abisso fra sé e ciò che lo circonda. Lascia dietro di sè famiglia, amici, l'eco familiare della propria lingua. Si distacca dai luoghi dai cui proviene e non conosce la sua destinazione. Spesso la partenza gli si prospetta come l'unica via praticabile, come nel caso dei nonni di Tash Aw, scrittore malese di origini cinesi. La sua indagine dell'integrazione, dell'appartenenza nella migrazione ha tratti intensi, onesti, difficili da definire principalmente perché autobiografici.

(caricamento...)

Durante l'incontro moderato da Marco Del Corona, l'autore ha raccontato come sia nata l'idea per il suo ultimo saggio Stranieri su un molo che ripercorre la storia della sua famiglia ed il motivo per cui si trova sospeso fra due paesi, due culture, due mondi: «Ho sempre avuto un rapporto particolare con la mia famiglia, nello specifico con mio padre. D'altronde la struttura della famiglia cinese è molto rigida. All'apice c'è il padre, ciò che dice lui è legge. Fin da piccolo sostenevo che questo fosse sbagliato, non mi piaceva come veniva trattata mia madre e cercavo in tutti i modi di sfidare l'autorità di mio padre. Quello che non conoscevo erano i motivi dei suoi comportamenti, i sacrifici e le conseguenze a cui porta crescere in un paese straniero.»

(caricamento...)

Il bambino Tash Aw non ha mai messo in dubbio la propria identità: era malese come il passaporto riportava. Niente più, niente meno. Non avrebbe mai sospettato di essere un outsider, ossia diverso, finché i compagni di scuola, per la prima volta, lo hanno schernito chiamandolo “China” - il cinese – e rendendolo consapevole della differenza che esisteva fra lui ed il mondo che lo circondava.

(caricamento...)

Dai ricordi d'infanzia alla Cina contemporanea, l'autore di Five Star Billionaire e Mappa del mondo invisibile ha voluto sottolineare con tono perentorio l'assurdità della situazione attuale: «Il migrante oggi è stato ridotto entro i termini di una transazione commerciale. Se è in grado di lavorare e di produrre allora può restare altrimenti è solo un peso da rispedire da dove è arrivato. Il fattore umano è stato completamente dimenticato. È il ritorno ad una mentalità antiquata in cui le vite vengono separate invece di essere unite.»

Il giustificato pessimismo di Tash Aw è stato mitigato dalle sue ultime parole: «Dedico questo libro alla mia generazione che è cresciuta credendo nell'integrazione e ringrazio mio padre che ha scelto di tacere sul suo passato per farmi sentire più a casa.»




Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone gli eventi 13 LA LIBERTÀ CHE È IN NOI PIÙ FORTE - 36 OLTRE IL CONFINE LA PIOGGIA NON CAMBIA -129 NOMADISMO LETTERARIO - 137 NIENT’ALTRO CHE PROIETTILI E DOLORE - 174 LETTERATURA D’ESILIO - 187 STORIE VIETNAMITE - 225 SE LO INCONTRI GRAN PAURA FA

Festivaletteratura