Estupor
Pablo d'Ors
s., dallo spagnolo
Festivaletteratura stupore

Asombro, admiración y agradecimiento son para mí las tres palabras básicas para la humanización. Asombro o estupor ante el mundo; admiración ante las personas; y agradecimiento a Dios, si es que somos creyentes, o a la vida, si no lo somos. Es imposible vivir plenamente sin el cultivo de estas tres actitudes. Pero la más primaria entre ellas, aquélla sin la que las otras no podrían tener lugar, es el estupor.

Los filósofos suelen comenzar sus reflexiones desde la pregunta o la duda; por mi parte, sostengo que hay algo más primordial y menos intelectual: el estupor. Sin estupor no habría arte, amor ni religión, que son las tres principales fuentes de sentido en que beber consuelo y conforto, que es siempre lo que se precisa. La experiencia artística, como la amorosa y la religiosa, nacen del estupor. El enamoramiento es estupor ante la maravilla de un ser humano. La mística es estupor ante la revelación del misterio. La literatura, aquélla que me interesa, proviene de un estupor y pretende abocar a él. Si escribo libros es porque algo me ha impresionado y porque quiero relatarlo y, a su vez, impresionar. Se escribe porque hemos sido víctimas y beneficiarios de un im-pacto y con la esperanza de generar un con-tacto: una transmisión, íntima y secreta, de la estupefacción del autor a la del lector.

A mi modo de ver, sólo envejecemos cuando perdemos la capacidad para asombrarnos. Por eso todas mis novelas son, o al menos quieren ser, narraciones de un asombro.

Stupore, ammirazione e gratitudine sono per me le tre parole basilari per l'umanizzazione. Stupore o sbalordimento davanti al mondo; ammirazione davanti alle persone; e gratitudine a Dio, se siamo credenti, o alla vita, se non lo siamo. È impossibile vivere pienamente senza coltivare questi tre atteggiamenti. Ma il primato tra essi, quello senza il quale gli altri non potrebbero esistere, è lo stupore.

I filosofi normalmente cominciano le loro riflessioni dalla domanda o dal dubbio; da parte mia, sostengo che c'è qualcosa di più primordiale e meno intellettuale: lo stupore. Senza stupore non ci sarebbero né arte, né amore né religione che sono le tre principali fonti di senso in cui bere consolazione e conforto che è sempre quello che occorre. L'esperienza artistica, come l'amorosa e la religiosa, nascono dallo stupore. L'innamoramento è stupore davanti alla meraviglia di un essere umano. La mistica è stupore davanti alla rivelazione del mistero. La letteratura, quella che mi interessa, proviene da un stupore e pretende di avvicinarlo. Se scrivo libri è perché qualcosa mi ha impressionato e perché voglio raccontarlo e, a mia volta, impressionare. Si scrive perché siamo stati vittime e beneficiari di un impatto e con la speranza di generare un contatto: una trasmissione, intima e segreta, dallo stupore dell'autore a quello del lettore.

A mio modo di vedere, invecchiamo solo quando perdiamo la capacità di stupirci. Per questo motivo tutti i miei romanzi sono, o almeno vogliono essere, narrazioni di uno stupore.



Festivaletteratura

con il sostegno di

Festivaletteratura