Désir
Laurent Gaudé
s., dal francese
Festivaletteratura desiderio

Le désir et l’écriture m’ont toujours semblé être des mots frères, qui désignent une même tension en nous, quelque chose de la soif de connaître, d’explorer, de saisir. Comme l’écriture, le désir n’est ni confort ni plaisir. Ce n’est pas la satisfaction, c’est l’appétit, le manque et l’impatience. Comme l’écriture, le désir n’est ni propre ni poli. Il touche à des choses souterraines, inconscientes, incontrôlées, qui jaillissent et nous surprennent. Le désir est ennemi de la satiété. Au moment où il embrasse enfin son objet, il renaît ailleurs. De même pour l’écriture : après chaque texte écrit, il y a ce sentiment, quasiment immédiat, qu’il faut s’atteler au prochain pour tenter de saisir tout ce qu’on a manqué. C’est sans fin. Et c’est tant mieux.

Il desiderio e la scrittura mi sono sempre sembrate parole sorelle, che richiamano in noi una tensione analoga, qualcosa della sete di conoscere, di esplorare, di cogliere. Come la scrittura, il desiderio non è comodità né piacere. Non è la soddisfazione, è l’appetito, la mancanza e l’impazienza. Come la scrittura, il desiderio non è pulito né educato. Riguarda cose sotterranee, inconsce, incontrollate, che affiorano e ci sorprendono. Il desiderio è nemico della sazietà. Nel momento in cui abbraccia finalmente il suo oggetto, rinasce altrove. Lo stesso accade con la scrittura: dopo ogni testo scritto c’è questa sensazione, quasi immediata, che occorre cominciare a lavorare al successivo per cercare di cogliere tutto ciò che si è mancato. È un movimento infinito. Per fortuna.



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