Nelle lingue slave ci sono due parole che indicano il pane: kruh e hleb. Kruh è la parola usata dai croati e dagli sloveni, che ha la stessa origine del bread inglese, del Brot tedesco, una parola che indica una parte che si taglia... come l’atto di Cristo di spezzare il pane. La parola kruh nasce così, da kršiti, spezzare, così come in inglese break. L’altra parola è hleb, una vecchia parola indoeuropea che si ritrova nelle lingue baltiche antiche e che è rimasta nella lingua russa, polacca e in altre lingue slave. Talvolta si fa una differenza: si dice un hleb kruha, un pane (forma) di pane (contenuto). E poi c’è una terza parola, di origine turca, ekmek, da cui derivano anche tanti nomi propri slavi, come Ekmečić, figlio di un fornaio, che potrebbe corrispondere ai cognomi italiani Fornari/Fornara/Fornarini. Dunque il pane dà nome, il pane giustifica, il pane fa perdonare.
Kruh è più frequente in Croazia: i croati infatti sono stati
i primi a essere cristianizzati grazie alla Dalmazia, grazie al contatto con l’Italia e con Venezia. Le città dalmate
– malgrado quello che dicono i nazionalisti – hanno una
fortissima impronta veneziana, e quindi hanno anche
una tradizione cristiana più radicata, e hanno ripreso
nella parola kruh l’atto di Cristo di spezzare il pane. Kruh
vuol dire spezzato. Questa tradizione che si è radicata
più in Croazia, mentre hleb, della vecchia tradizione slava, è più usato dalla popolazione ortodossa.
Mi sorprende che tante di queste cose non vengano insegnate nelle scuole. Io ho insegnato quattordici anni alla Sapienza, ho visto tanti studenti, eppure sono rimasto colpito dal fatto che non sapessero tante cose. Per esempio, che in italiano pane, padre, pasta, pastore abbiano tutte questa questa radice indoeuropea pà, che vuol dire cibo. Mangiare e proteggere, il padre è colui che protegge, il pane è colui che protegge per sopravvivere: queste etimologie potrebbero aprirci nuovi orizzonti.