Se un libro può essere un viatico, uno strumento di riflessione, un balsamo, lo è certamente questo che è stato scritto da Ada D'Adamo, che non è più con noi per raccontarcelo. Il libro c'è, ha vinto il Premio Strega, la sua scrittura viaggia e il desiderio è che arrivi a tante vite. "Di Ada oggi", scrive Gaia Clotilde Chernetich, "ricordiamo un universo intero, fatto di tanti diversi elementi, fonti di impegno e di interesse, che per denominatore comune hanno la scrittura, la danza, la sua vita... gesti quotidiani, salti, sospensioni, accelerazioni, immobilità, cadute e risalite". Ci sono tante tracce in questo libro e ciascuna, anche la più impervia, è capace di portare dal buio alla luce, dalla disperazione alla pace interiore. Le sue parole "ci raccontano come tutto, in lei, iniziasse e finisse nel corpo... ci parlano della possibilità di unire in un punto preciso, due forme di conoscenza che fino a qui sono sempre state considerate come estranee: il sapere dei corpi, al plurale, e il pensiero".