Attore, regista e drammaturgo, Filippo Timi (Perugia, 1974) avvia giovanissimo il suo percorso artistico incontrando alcuni fra gli esponenti più significativi del panorama teatrale contemporaneo: lavora infatti al CRT di Pontedera con Dario Marconcini in Paolo di Tarso; con Cesare Ronconi in Fuoco Centrale; con Robert Wilson in G.A. Story, partecipando anche allo Studio preparatorio condotto da Pippo Del Bono per lo spettacolo La Rabbia. Nel 1996 inizia la collaborazione con Giorgio Barberio Corsetti, che assume un carattere di stabilità e di profonda affinità artistica e poetica, favorendo il coinvolgimento di Timi in quasi tutte le creazioni artistiche dell'omonima compagnia teatrale. Nel 2004 vince il Premio UBU quale migliore attore dell'anno under 30 per le interpretazioni di diversi spettacoli, fra i quali Metafisco Cabaret. Nel 2006 esce per Fandango Libri Tutt'al più muoio, il suo primo romanzo scritto a quattro mani con Edoardo Abbinati. Dall'opera Timi trae e interpreta un adattamento teatrale dal titolo La vita Bestia, diretto da Giorgio Barberio Corsetti, che debutta al Teatro India di Roma e viene poi rappresentato nelle principali città italiane. Dal 2013 è protagonista de I delitti del BarLume, una brillante serie televisiva in onda su Sky Cinema tratta dai romanzi di Marco Malvaldi. Nel 2020 ha presentato su Rai 3 Skianto, un one man show ispirato da un suo spettacolo del 2014 e dedicato a due pietre miliari della televisione italiana: il Festival di Sanremo e Fantastico. Nel 2022 si aggiudica il Nastro d'argento come migliore attore in un film commedia per Il filo invisibile di Marco Simon Puccioni, e nello stesso anno è nel cast del pluripremiato Le otto montagne, diretto da Felix Van Groeninger e Charlotte Vandermeersch. Nel 2023 fa parte del cast del nuovo film di Marco Bellocchio, Rapito, e firma per Feltrinelli il monologo teatrale Marilyn, incentrato sulla tragica parabola esistenziale dell'attrice Marilyn Monroe. Fra gli innumerevoli lavori in televisione, al cinema e al teatro, non ha mai tradito la sua primigenia predilezione per quest'ultimo: «quando faccio un film, lavoro per concretizzare un sogno, mentre a teatro lasci che le emozioni si impossessino del ruolo. Lì qualcosa diventa sacro, perché si vive una cosa che non lascerà traccia se non dentro gli spettatori».

(foto: © Leonardo Céndamo)