Gli incontri al Festival con Stefano Rodotà (1933-2017)
Un uomo come Stefano Rodotà, scomparso a Roma lo scorso 23 giugno, si dovrebbe ricordare ogni giorno, tanto rilevanti (e spesso inascoltati) continuano a essere i lasciti della sua vita intellettuale e della sua azione a servizio della vita politica e della società civile del nostro Paese. Ben lo evidenzia l'intervista che rilasciò alla nostra redazione in occasione del suo ultimo intervento al Festival, nel 2015: in poche battute riuscì a condensare, con chiarezza e lucidità, le principali sfide che il diritto si trova oggi ad affrontare su più fronti, dall'emigrazione alla tutela delle libertà fondamentali dell'individuo.
Come già l'intervista, l'incontro tra il giurista cosentino e lo psicologo Luigi Zoja (moderato da Alessandro Zaccuri) ebbe come perno il tema della solidarietà, intesa come collante meta-giuridico degli ordinamenti democratici. Alla luce di problematiche che non riguardano solo singoli stati ma tutta la comunità internazionale – questo il fulcro del ragionamento di Rodotà – è sempre più importante che le carte costituzionali connettano la solidarietà ad altrettanti concetti fondativi come quelli di fratellanza e cittadinanza, come d'altra parte ha capito benissimo la nostra Costituzione; la solidarietà è infatti un concetto (e una pratica) che, oggi più che mai, dovrebbe essere il «dovere inderogabile» di una politica genuinamente sovranazionale, democratica ed europea.
In altre occasioni (nel 2013 e nel 2009), Rodotà intervenne in merito ad altri due costanti della sua opera: da un lato la narrazione e la rivendicazione dei diritti nel mondo globale, che passa attraverso una società dell'informazione sempre più attiva e transterritoriale, ma anche esposta alla minaccia virulenta di una legge di mercato che ridefinisce continuamente le condizioni per il riconoscimento dei diritti stessi, svuotando di senso le pratiche democratiche che concorre a formare; dall'altra la riflessione su temi come il testamento biologico o la procreazione assistita, che rilanciano la fondamentali questione della sovranità sulla vita, laddove un potere politico che si fa potere di vita o biopotere sarebbe una nuova prevaricazione rispetto alle scelte etiche e alle libertà degli individui.