Kate Raworth e l'economia della ciambella
10 9 2017
Kate Raworth e l'economia della ciambella

L'intervento della docente inglese a Festivaletteratura

Rivoluzione dei paradigmi economici, sommovimenti geo-politici, ripensamento della forma città: l'emergenza climatica richiede con sempre maggiore urgenza un nuovo paradigma di pensiero.


Un nuovo modello che permetta un miglioramento delle condizioni economiche e sociali di tutti, che riesca ad appianare le diseguaglianze senza mai forzare la mano sulle risorse limitate del pianeta terra; in altre parole, un sistema che tenga conto dei problemi, delle complessità, delle sfaccettature delle condizioni sociali ed economiche delle popolazioni, per portarci al raggiungimento di una situazione più sostenibile, per l'uomo e per l'ambiente.

È questo ciò che propone la ricercatrice e docente inglese Kate Raworth, autrice del saggio L’economia della ciambella – sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo. Davanti al numeroso pubblico di Festivaletteratura, Kate Raworth e Leonardo Becchetti hanno parlato del libro, che muove da un assunto: le teorie economiche ad oggi più seguite, alla luce della complessità del mondo odierno, presentano limiti e problemi e non sono sufficienti per affrontare le sfide che si pongono.

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La cosiddetta donought economy, che prende il nome dal diagramma a ciambella elaborato dall’autrice per spiegare la propria tesi, è una proposta per superare teorie e modelli ormai obsoleti, adeguandosi alla realtà del momento e smitizzando un concetto di crescita illimitata che non tenga conto delle disuguaglianze e della quantità di risorse disponibili. «Ci servono politiche e modelli nuovi - ha spiegato Raworth - l’economia del XX secolo era concentrata sul concetto di crescita: ora dobbiamo cambiare mentalità. La nostra felicità non dipende da quanto consumiamo».

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Sono sette, secondo Kate Raworth, i punti del percorso per aggiornare l’attuale modello economico e renderlo più equo ed efficace. Tra questi, due paiono particolarmente degni di nota. Il primo consiste nell’abbandonare il modello di economia degenerativa del XX secolo per creare un’economia rigenerativa e circolare, in cui le risorse, anziché sprecate, possono essere riutilizzate per costruire qualcosa di duraturo. Il secondo punto riguarda invece la creazione di un’economia ridistributiva: nella situazione odierna sono pochissime le persone che detengono la ricchezza, proprio per questo occorre ridistribuire e appianare le disuguaglianze.

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Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone gli eventi: 14 PER POCHI GRADI IN PIÙ - 24 CIBO PER IL CORPO E CIBO PER LA MENTE - 43 IL SOLE IN FONDO AL TUNNEL DELLA DIPENDENZA FOSSILE - 57 CHE COSA FA IL CEMENTO QUANDO NON LO GUARDIAMO? - 65 IL PROFUMO DI LEGNO FRESCO - 110 LA POESIA È UN MUCCHIETTO DI NEVE IN UN MONDO COL SALE IN MANO - 164 CHE NE SARÀ DEL LAVORO - 179 BOTANICA

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