Un Festival di memorie fotografiche
8 9 2016
Un Festival di memorie fotografiche

Raccontare Mantova attraverso le foto

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L’Archivio di Stato, in collaborazione con Festivaletteratura, mette in mostra la Mantova di ieri e lancia una nuova iniziativa: mandare foto della città da inserire nell’archivio ufficiale. Mantovani e non, turisti occasionali o anche solo chi fa una toccata e fuga in città, tutti hanno la possibilità di arricchire oggi l’archivio di domani, nulla di diverso da quando aggiorniamo il nostro archivio personale (Facebook, Twitter o Instagram).

L'architetto Luca Molinari dice: «oggi siamo tutti dei voyeur»; quindi perché non mettere questo nostro talento a disposizione delle generazioni future? Una testimonianza in diretta, fotografie di quello che sta succedendo nel momento stesso in cui accade. Il tutto corredato di titolo, una breve descrizione ma soprattutto la motivazione, il perché l’autore ha voluto scattare quella foto, cosa significa per lui. È anche un invito velato (ma non troppo) a descrivere sempre i ricordi fotografici, non basta postare sui social per creare una memoria, abbiamo la responsabilità di ricordarci e trasmettere agli altri ciò che ci ha portato a scattare.

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Come già fece Gabriele Salvatores con Italy in a day, quando richiamò gli italiani a raccolta per una giornata, o come Paul Strand che con Un Paese raccolse in un libro il ritratto di Luzzara (Reggio Emilia) nel dopoguerra, così anche Mantova vuole creare il suo album di fotografie in diretta, da sfogliare proprio mentre si costruisce scatto dopo scatto e da rivedere quando la città non sarà più la stessa.

Ecco il programma e il regolamento:

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Le immagini saranno pubblicate in forma anonima sul sito di Festivaletteratura a partire dal 7 settembre e qui potete vedere la selezione archiviata in tempo reale:

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«Stiamo archiviando gli occhi di Mantova»: esordisce così Giuseppe Mazza, durante un incontro per ribadire l’importanza dell’iniziativa “L’immagine della città”.

Lo scopo è quello di produrre un’eredità per il futuro e la risposta è stata sino ad ora positiva, sono state archiviate immagini di quasi tutta Mantova e l’effetto cartolina è stato contenuto.

possibile inoltre dare un’occhiata ad alcune foto vintage dell’Archivio per comprendere come quando venivano fatti questi reportage personali, non vi fosse del tutto la consapevolezza del loro valore, ovvero che sarebbero poi servite ai posteri, ma al contrario fosse diffusa una tendenza generale a dare per scontato il passato. L'iniziativa vuole proprio prevenire questo rischio: ogni foto che viene inserita deve infatti essere spiegata, deve trasmettere più di una semplice immagine. D'altra parte, come scrisse una volta Lalla Romano: «Le immagini sono il testo e lo scritto è l’illustrazione».

Sono ben accette anche manipolazioni della fotografia, poiché la stessa è parte del processo autoriale e contemporaneamente figlia del nostro tempo; quindi porte aperte a filtri di ogni genere e photoshop come alleato.

Le immagini rimangono comunque anonime, chi ne beneficia sono unicamente la città e i posteri che, guardandole con lo stesso occhio critico che rivolgiamo noi alle vecchie foto sbiadite, commenteranno forse prendendoci anche un po’ in giro, ma consapevoli di quello che volevamo trasmettergli.

Festivaletteratura