2022

La stanza Bellonci

“A settembre viaggio. Spesso ritorno a respirare l’aria di Mantova, patria del mio spirito” (Maria Bellonci intervistata da Sandra Petrignani)

Dall’esordio nel 1939 con Lucrezia Borgia, passando al 1947 con Segreti dei Gonzaga e al ’72 con Tu vipera gentile, fino al capolavoro della maturità Rinascimento privato, Maria Bellonci (1902-1986) firmò libri di enorme successo tradotti in diverse lingue. Molto influì sulla sua poetica l’amore per Mantova e Sabbioneta, nei cui archivi studiò per cinquant’anni, trovando in casa Gonzaga una patria letteraria popolata di fantasmi, storie cortigiane, affreschi e architetture d’impareggiabile bellezza.

All'autrice romana il Festival ha dedicato nel 2022 uno dei più significativi percorsi all’interno del programma affidandolo alla cura di Luca Scarlini, in cui molto si è parlato di questa speciale affinità spirituale con la città dei Gonzaga, dell’importanza che Bellonci ha avuto all’interno del misconosciuto canone femminile della letteratura italiana del Novecento, ma soprattutto della sua peculiare reinterpretazione del romanzo storico.

La stanza Bellonci è stato senz'altro il fulcro del progetto, uno spazio multimediale allestito nell’Atrio degli Arcieri di Palazzo Ducale grazie al sostegno di Grana Padano e in collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Mantova, l’Archivio di Stato di Mantova, la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci di Roma, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano, Rai Teche e diversi fondi privati.

Nella stanza è stato possibile leggere una ricca selezione di libri di e su Maria Bellonci raccolti in una biblioteca temporanea in libera consultazione; ascoltare brevi spezzoni di interviste rilasciate dall’autrice riguardo
 al suo stile di scrittura e al suo approccio alle fonti documentarie; immergersi nelle sue appassionate visite tra le vestigia dei Gonzaga, alla scoperta di capolavori della pittura italiana come la Camera degli Sposi di Andrea Mantegna; consultare i documenti digitalizzati che attestano cinquant’anni di presenze e sodalizi mantovani accanto all’officina di lavoro della scrittrice, tra carteggi, studi, abbozzi d’opera, convegni
 e accorati contributi in difesa di una città e del suo immenso patrimonio. Il tutto accompagnato dagli interventi dei lettori della Compagnia della lettura, che a cadenza giornaliera, sulle orme di Vincenzo I e della storia mantovana del tardo ‘500, hanno reinterpretato a viva voce il capolavoro in tre atti Segreti dei Gonzaga.

Densissimo anche il calendario di incontri dal vivo: percorsi, dialoghi e conferenze-spettacolo sono stati l’occasione per rileggere le più belle pagine di Maria Bellonci tra le piazze di una città (e di una storia) tutta da sfogliare, in un omaggio corale che ha coinvolto nei giorni del Festival le scrittrici Edgarda Ferri, Giulia Caminito e Melania G. Mazzucco; il giornalista Stefano Scansani in un percorso a Palazzo Ducale; il direttore della Fondazione Maria Goffredo Bellonci Stefano Petrocchi in un accento in Piazza Sordello, fino a culminare nella lettura scenica di Luca Scarlini e Giovanni Franzoni ispirata dal Febo – romanzo incompiuto su Vespasiano Gonzaga – tra le quinte del Teatro Olimpico di Sabbioneta.

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