La storia del Pulitzer Hisham Matar, tutti gli scrittori di Michele Mari e la leggenda di George Best raccontata da Duncan Hamilton, tra i link di questa settimana
Terza puntata della nostra rubrica settimanale: una selezione di articoli, video e interviste alla scoperta degli autori e dei temi della prossima edizione (se volete recuperarle, qui trovate la prima e la seconda puntata). L'immagine di copertina è di Andrea Settimo.
In Il ritorno, Hisham Matar racconta del viaggio realizzato in Libia, la sua terra, dopo un esilio durato oltre trent’anni. Matar fa ritorno in patria alla ricerca del padre, Jaballa Matar, leader dell'opposizione al regime di Muammar Gheddafi, sequestrato al Cairo nel 1990 e poi portato nella prigione libica di Abu Salim, dove vengono perse le sue tracce. Il libro nato da questa esperienza è valso a Matar il premio Pulitzer 2017 nella categoria biografie e autobiografie. In questa intervista per Internazionale, Matar racconta della genesi del libro, dell’ingombrante assenza del padre scomparso e del suo rapporto con la Libia.
Christophe Boltanski
racconta le straordinarie vicissitudini della sua famiglia, un
eccentrico clan segnato
dalla storia del XX secolo, che hanno ispirato il suo romanzo
Il
nascondiglio.
Una lunga intervista a Michele Mari sulla letteratura, sull'impietosa ingiustizia del canone e sui mostri insieme ai quali ha scritto il suo ultimo romanzo, tra molto altro.
“Qualcuno gli allungò una copia di «Bola» col titolo in prima pagina stampato in nero e rosso. Lui chiese che glielo traducessero. «Un Beatle chiamato Best distrugge il Benfica» risposero – e il paragone con il gruppo, che aveva già venduto centocinquanta milioni di dischi in tutto il mondo, da quel momento gli rimase addosso per sempre. Diventò il «Quinto Beatle». Il George Best raccontato da Duncan Hamilton in un articolo di Francesco Forlani.
"Difficile trovare qualcosa di più incompatibile fra Roma e un haiku. Si può dire che l’autrice, con gli haiku, abbia individuato il perfetto contrario di Roma, città frastornante, fitta, inzeppata di sé stessa, senza valvole di sfogo". Su Il primo amore Tiziano Scarpa recensisce Haiku e sakè. In viaggio con Santōka di Susanna Tartaro.