Il brindisi fra cultura materiale e linguaggio politico
Chi avrebbe mai detto che un elenco di spezie e piatti d’argento potesse fungere da scrigno ricco di storie e di Storia? Il dialogo fra lo storico del Medioevo Duccio Balestracci e Daniela Ferrari, nota archivista nonché curatrice insieme a Chiara Buss del volume Gonzaga. Cavalieri, vesti, argenti, vino (Milano, Silvana editoriale, 2016), ha portato alla luce molte di queste storie.
Nel 1340 la famiglia Gonzaga è da poco al potere a Mantova e dà mostra di sé con sfarzosi festeggiamenti per celebrare ben quattro matrimoni e due dozzine di nomine cavalleresche. Il professor Balestracci chiarisce come la preziosità dei centritavola o l’abbondanza delle leccornie avesse in primo luogo una funzione diplomatica ed economica. Per consacrarsi, non solo a Mantova bensì in tutte le signorie nascenti dal Trecento in avanti, il potere ha saputo plasmare il sentimento identitario del popolo, includendo perdenti e nemici politici, e incentivando la crescita economica anche fra gli strati sociali inferiori. Forse sarebbe bene ricordare ancor oggi, nella contemporaneità, che solo scelte politiche orientate al bene comune permettono di governare in modo veramente giusto e fruttuoso, come ci raccontano gli affreschi trecenteschi di Ambrogio Lorenzetti conservati nel Palazzo Pubblico di Siena, Allegoria del Buono e del Cattivo Governo e i loro Effetti in Città e in Campagna.
Racconti, musiche e profumi dei banchetti, ludi equestri e celebrazioni alla corte dei Gonzaga che oggi possiamo solo immaginare; il Liber magne curie aiuta molto, fornendo un dettagliato resoconto dei doni ricevuti e delle spese sostenute dai Gonzaga in occasione di questi eventi. La dottoressa Ferrari lo porta finalmente fuori dall’Archivio di Stato di Mantova e lo rende fruibile a tutti nel volume da lei curato grazie a glossari e commenti. La speranza è che, chissà, la “magna curia” possa tornare a rivivere in città grazie a rievocazioni storiche sempre più fedeli.
