Una coppia pericolosa
9 9 2017
Una coppia pericolosa

Manzini e Giallini raccontano il nuovo Rocco Schiavone

Uno spazio riservato agli appassionati di giallo, protagonisti gli autori internazionali e italiani di questo genere.


«Dateme chiacchiera sinnò m'addormo» chiedeva Nino Manfredi in una scena di Audace colpo dei soliti ignoti e di chiacchiere se ne sono fatte tante grazie a Luigi Caracciolo, Antonio Manzini e Marco Giallini. L'attore romano - cappello calcato sulla fronte a coprire i capelli inbionditi per esigenze di scena, sigaretta fra le dita e carisma da vendere - ha scherzato senza sosta con Antonio Manzini rendendo vita difficile al mediatore dell'incontro Luigi Caracciolo: «Sapevo che sarebbe stato complicato. Non pensavo così tanto» ha esordito il sostituto Commissario di Mantova quando è riuscito a prendere parola.

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Fra una battuta e l'altra il creatore del vicequestore Schiavone ha spiegato le ragioni per cui l'ultimo romanzo della serie gli sia costato tanta fatica: «Rocco sta diventando un personaggio sempre più complesso. Non è più semplicemente l'uomo burbero dal passato burrascoso trasferitosi ad Aosta. Sta cercando di evolversi, di smettere di essere una contraddizione in termini.» Pulvis et umbra è l'ultima pubblicazione della fortunata serie iniziata nel 2013 con Pista Nera, il cui adattatamento televisivo è andato in onda nel 2016 su Rai Uno registrando ascolti record. Una storia di ombre: ombre sul caso e ombre su Schiavone che per la prima volta dopo tanto tempo si ritrova in situazioni scomode, pericolose. Un noir come non se ne vedevano da tempo.

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Aosta ancora una volta si dimostra il setting perfetto per questo tipo di racconto. Un luogo che Manzini ama particolarmente: «Se siete mai stati in Valle d'Aosta allora saprete che arrivandovi la prima costruzione che si incontra è il Forte di Bard. Una rocca che incute timore e che rispecchia il buio della valle, eppure per trovare luoghi meravigliosi basta guardare poco più in alto al Gran Paradiso. Schiavone e la Valle d'Aosta si somigliano molto: entrambi hanno un'apparenza ben diversa dalla loro essenza.» L'autore ha poi elogiato l'interpretazione di Giallini che ha spiegato perchè abbia accettato la parte: «Avevo un papà sedicente e ignorante che però amava e conosceva perfettamente il cinema italiano e francese dagli anni '50 in poi. In particolar modo i gialli: Maigret, Melville. Per questo motivo ho profonda gratitudine nei confronti di Antonio: mi ha dato l'occasione di fare una cosa che avrei sempre voluto fare.»

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La serietà però è durata poco, giusto il tempo di un secondo caffè ed i due hanno ripreso, con toni sarcastici e divertiti, a snocciolare episodi inediti e battute dissacranti: «Un giorno sono entrato in una libreria di Monte Sacro, a Roma, ed ho visto un cartonato di Antonio in una posa plastica. Mi ci sono fatto due foto, gliele ho mandate e poi me lo sono portato a casa» ha raccontato sorridendo l'attore romano.

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Una conversazione a routa libera in cui il loro temperamento camaleontico ed esuberante ha trascinato il pubblico in un vortice di risate da spettacolo ionesco.




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