
Vedere il mondo a metà del Mediterraneo
Qual è la differenza tra un narratore ed uno scrittore? In dialogo con l’autore nato a Oujda, in Marocco, laureato a Parigi, attualmente residente ad Amsterdam Fouad Laroui , Bruno Gambarotta giunge alla conclusione che questi due termini, per quanto simili ed apparentemente sinonimi, siano separati da una linea sottile. «Lo scrittore scrive per essere apprezzato in quanto tale; il narratore vuole raccontare una storia per il piacere di farlo», per questo le storie molto aneddotiche che animano i libri del romanziere di origine marocchina e qualsiasi conversazione tenuta con lui non fanno che confermare la sua indole di irriducibile narratore .
Da questa sua innata attitudine al racconto, spesso condito da una buona dose di umorismo , assieme ad una preparazione matematica, scientifica, economica, filosofica e storica molto approfondita, ed al connubio di multilinguismo e transculturalità , prendono vita nei suoi romanzi, e in special modo nell’appena pubblicato Lo strano caso dei pantaloni di Dassoukine , innumerevoli giochi di parole e di situazioni tra le diverse lingue (l’arabo ed il francese) e le differenti culture, quella marocchina e quella europea, da cui si generano incomprensioni che, molto più che soltanto intrattenere divertendo, spingono il lettore a riflettere fuori dagli schemi di ciascun individuo .
Tuttavia, la narrazione di Laroui non sembra mirare alla mera rappresentazione di innumerevoli stereotipi e ostinati preconcetti , bensì, come evidenzia la traduttrice italiana di tutti i suoi libri Cristina Vezzaro , a muovere una critica in modo imperterrito, da un lato, «alla supponenza europea , alla visione eurocentrica del Marocco, alla politica postcoloniale»; dall’altro, ad esibire una malcelata disapprovazione «dell’incapacità dei marocchini ad assumersi le proprie responsabilità individuali e dell’ apparato statale del Paese che impedisce allo Stato marocchino di progredire e al contempo permette agli estremisti islamici di avanzare».
Lo sguardo del romanziere, tra le due rive del Mediterraneo , non perde d’occhio nemmeno le contraddizioni interne al proprio Paese d'origine . Come ad esempio la continua negoziazione tra il desiderio di restare fedeli alla tradizione con il forte senso di appartenenza alla famiglia che talvolta può anche portare a delle raccomandazioni o a dei favoritismi, ed il bisogno di affermarsi come individuo dettato dalla modernità. Il racconto dell’intersezione di queste tendenze all’interno, così come quello dell’incontro tra l’Occidente e l’Oriente, con la messa in discussione dei contrasti e dei fraintendimenti che ne scaturiscono, vogliono contribuire alla « costruzione di un racconto universale » nel quale ognuno possa sentirsi «accolto e compreso» .