Al mare di giovedì
8 9 2023
Al mare di giovedì

Il dj set di Giulia Cavaliere ispirato a Rimini di Pier Vittorio Tondelli

Piazza Leon Battista Alberti è illuminata solo da luci blu. Sotto il tendone, i tavolini e le sedie color pastello si allargano a improvvisare una pista da ballo. Giovani che cercano di capire come ballare pezzi a cui non sono abituati – solo una ragazza con la frangia sembra perfettamente a suo agio. Coppie che si scatenano sul primo pezzo, A cosa pensano di Alice. Gente che beve ai tavolini dai bicchieri di carta, gente in fila per il drink poco lontano.

È il primo dj set a tema letterario della settimana. Stasera si balla come si fosse dentro Rimini, uno dei più iconici romanzi di Pier Vittorio Tondelli, uscito nel 1985, contemporaneo di L’estate sta finendo dei Righeira. Tondelli aveva deciso che voleva, per una volta, scrivere per il grande pubblico e si era inventato la trama di un giallo: ma non bisogna cascarci, la vera protagonista di Rimini è la riviera romagnola, con la sua vita notturna, la sua controcultura, gli amori, le delusioni, le feste, la musica.

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Giulia Cavaliere, con le cuffie, dietro il mixer. «Ma non sono una dj» ha precisato. «La mia competenza è solo la selezione delle canzoni». E la selezione è assolutamente autoriale: Tondelli citava un’infinità di artisti e brani nei suoi testi, ma si trattava soprattutto dell’infinita alternanza fra Morrissey, Lou Reed e i Genesis (che sarebbero stati, a onor del vero, ancora più difficili da ballare).

Invece Cavaliere sceglie brani italiani. Spesso brani minori di artisti maggiori: Il monolocale di Lucio Battisti, Mi piace far l’amore al pomeriggio di Ornella Vanoni, Il dottor Funky di Patty Pravo… — ma i momenti più sentiti sono quelli in cui, a serata inoltrata, si ballano consecutivamente tre pezzi celeberrimi e molto diversi fra loro: Rumore di Raffaella Carrà, Mi ami? dei CCCP e Vado al massimo di Vasco Rossi.

«Questa serata è come un sogno fatto dopo aver mangiato qualcosa di strano» dice una ragazza. «Non è che sia un incubo, anzi, assolutamente, però è un sogno completamente strano». È una serata – per i più giovani – di quelle che Bolaño, autore carissimo a Cavaliere, chiama «nostalgia del non vissuto».

Una canzone che pochi sembrano conoscere, ma con cui tutti sembrano immediatamente empatizzare, è Mi piacerebbe (andare al mare di lunedì) di Toto Cutugno. Il testo fa cortocircuito con il contesto: al primo verso «Un’altra birra io mi sparo giù» qualcuno col bicchiere in mano subito annuisce e fa ironie; ai due successivi, «fa un caldo boia e non resisto più / se resto all’ombra picchia il sole», tutti sembrano concordare pienamente. Cutugno cantava nell’85, ma quella del 2023, la nostra è di gran lunga l’estate più calda mai registrata: non è una canzone che si possa ballare, oggi, a cuor leggero.

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La nostalgia per gli anni ’80 Cavaliere l’ha raccontata da poco anche nel suo podcast, Certe estati: la nostalgia per un momento di spensieratezza che aveva seguito le angosce del decennio precedente. Se oggi gli anni ’80 sono tornati così in voga è anche perché viviamo, di nuovo, in un’epoca angosciante ed è facile abbandonarsi alla fantasia regressiva di un’epoca (sembra) più semplice, che per qualcuno coincide con l'infanzia e per qualcuno con un tempo mai vissuto, ma di cui si è sentito raccontare o si è incontrata l’estetica.

Per questo viene così naturale ballare a un pezzo che, alla fine, chiede la più semplice delle trasgressioni alla routine lavorativa di ogni giorno: una gita al mare fuori tempo, resa tanto più attraente proprio perché fatta non nella canonica domenica, ma nel proibitissimo lunedì, il giorno della ripresa del lavoro.

Una serata musicale nostalgica a tema Tondelli nel mezzo della settimana e, soprattutto, nel mezzo delle nostre angosce anni duemilaventi è, in qualche modo, come andare al mare di lunedì: ritagliare uno spazio, circoscritto, nel quale non contano le logiche diurne, e si può sperimentare qualcosa di completamente diverso. Proprio com’era, in Rimini, la riviera adriatica per il protagonista, il milanesissimo giornalista Marco Bauer.

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