Aldo Manuzio, “santo patrono” dell’editoria
13 9 2015
Aldo Manuzio, “santo patrono” dell’editoria

Se Alzo Manuzio è il “santo patrono” della moderna editoria, insieme a Nicola Gardini, insegnante di letteratura rinascimentale a Oxford, ne ricostruiamo l’agiografia.

Nasce in provincia di Latina tra il 1449 e il 1452, dopo gli studi romani si trasferisce a Ferrara, uno dei grandi centri del Rinascimento, e qui impara il greco. Si sposta a Carpi dove diventa precettore dei principi locali e Amedeo Pio di Carpi diventa suo amico, finanziatore e dedicatario. La professione di insegnante lo porta a Venezia, città di stampatori, dove decide di dare inizio alla propria impresa editoriale. Fin qui nulla di eclatante. Se le 'edizione aldine' sono diventate un esempio mirabile, la ragione va ricercata nel carisma del suo fondatore che fu il primo grande editore.

Aldo, uomo di cultura, tecnico, filologo, non si limita a stampare libri. Le sue scelte editoriali sono il suo modo di interrogarsi sul presente in cui vive e plasmarlo. Aldo forgia il gusto del suo tempo, fa accadere qualcosa: ogni sua pubblicazione è un accadimento. La sua è una missione pedagogica, diffonde la conoscenza del latino e del greco, ne rilancia l’immagine: pubblica, ad esempio, l’opera omnia di Aristotele in greco, fino a quel momento conosciuta solo in latino, per liberarla dalla visione averroistica che il Medioevo ne aveva dato. Nonostante non manchino nel suo catalogo le opere di Dante e Petrarca, non crede molto nel volgare.

Aldo è un uomo aperto alle novità: introduce il formato tascabile per i classici (che vengono pubblicati senza commento), insieme a Francesco Griffo, artista della tipografia, crea il corsivo. Hypnerotomachia Poliphili, con le sue 170 tavole, è il primo volume illustrato. Aldo non ha paura di rischiare: la sua ultima pubblicazione è Lucrezio, autore controverso a causa del suo orientamento ateo. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1515, a raccontarci della sua missione, che molte volte è lui stesso a definire “impresa di Sisifo”, restano le molte prefazioni, raccolte in un volume da Carlo Dionisotti. Qui possiamo leggere dei suoi sogni mai realizzati come la Bibbia trilingue (latino, greco, ebraico) e, forse il più bello, una serie di libri illustrati per ogni oggetto esistente: una mappa del mondo, un atlante della vita.

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