Alec Ross a Festivaletteratura
10 9 2016
Alec Ross a Festivaletteratura

Il racconto di tutti gli interventi di uno degli ospiti più attesi

«Alec Ross è una di quelle rarissime persone che distingue un cammino nel caos e può guidarci lungo la strada giusta» (Eric Schmidt).

L'autore intervistato dalla Redazione di Festivaletteratura:

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In Kenya una donna, Su Kahumbu, ha sviluppato un'app che permette ai piccoli allevatori di bestiame di vedere i giorni di massima richiesta del latte, le informazioni veterinarie e i prezzi del mercato. iCow offre una panoramica di tutte le piazze ed evita agli undicimila utenti che la utilizzano di sottostare al prezzo dei compratori in una singola città: si conta che per ogni dollaro speso nell’applicazione, se ne guadagnano 77.

Negli ultimi anni, Alec Ross ha viaggiato, come consulente per l’innovazione di Hillary Clinton, per una distanza pari a 25 volte il diametro della Terra. La sua analisi del libro Il nostro futuro parte dalle diverse competenze territoriali. Nei prossimi anni non ci sarà una regione esclusa dagli effetti dell’innovazione tecnologica e si profila uno scenario in cui anche i Paesi emergenti avranno una reale possibilità di riscatto: «ovunque esistano una competenza settoriale e la volontà di applicare tecnologie di big data c’è la possibilità di creare business del futuro».

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Uno dei settori trainanti sarà l’automazione, con sistemi interconnessi e diffusi a livello capillare, per i costi in progressiva diminuzione. Nel Novecento il robot ha sostituito soprattutto il braccio dell’uomo nei lavori ripetitivi, nel nuovo millennio invece sarà in grado di svolgere lavori che prevedono un’intelligenza, cognitivi e non di routine. Gli investimenti in questo senso, già considerevoli, sono in aumento soprattutto nei cinque Paesi -Giappone, Cina, Stati Uniti, Corea del Sud e Germania- in cui l’automazione è più largamente diffusa. Il nostro futuro, spiega Alec Ross, non è una lettura di parte dei prossimi anni. Come un paradigma indiziario, raccoglie le linee di innovazione ed offre al lettore un’analisi trasparente del loro orientamento: è destinato a chiunque voglia sottrarsi dal «crepuscolo grigio» dell’indifferenza per mettersi in gioco.

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Sviluppo e cultura sono infatti strettamente dipendenti. La diffusione dei robot domestici in Giappone è dovuta ad una certa disinvoltura culturale nei loro confronti, che trova un corrispettivo nella dottrina animista, di cui fa parte la religione shintoista, per la quale anche gli oggetti hanno un’anima. Così più facilmente il robot può essere un insegnante o svolgere alcune mansioni nell’accudire gli anziani. In altri contesti invece è stata l’iniziativa statale a diffondere una cultura dell’innovazione, riscattando aree prima del tutto periferiche. E’ il caso dell’Estonia, che dopo l’occupazione sovietica ha attraversato anni di profonda crisi e si è ripresa rapidamente promuovendo la informatizzazione: nel 1998 ogni scuola aveva un collegamento alla rete e nel 2000 il Parlamento estone ha inserito l’accesso ad internet nei diritti umani.

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Alec Ross guarda al futuro come ad una possibilità. Si dovranno trovare certamente nuove soluzioni a nuovi problemi, ma i risvolti inattesi saranno forse i più sorprendenti. Nel 2020 sono previsti 40 miliardi di dispositivi connessi alla rete, a fronte dei 16 miliardi attuali, e se questo potrà creare problemi di privacy, nello stesso tempo sarà il termine delle molte discriminazioni che si alimentano con l’intolleranza. Forse in un mondo dove si faticherà a nascondere le debolezze, saremo tutti più tolleranti verso ciò che è umano. In questo panorama la letteratura assume una capacità allusiva e prefigurante e la sua influenza si estende indirettamente alla non fiction. Così alla domanda se esista un romanzo con cui si è sentito in consonanza mentre scriveva il libro, Alec Ross risponde senza esitazione: Ready Player One di Ernest Cline.


Durante la serata di giovedì l'autore ha incontrato i ragazzi di Blurandevù:

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