Ali di farfalle che conducono al passato
9 9 2016
Ali di farfalle che conducono al passato

Jane Urquhart e Gaia Manzini riflettono su Sanctuary Line

«Non sono solitaria, ma quando scrivo ho bisogno di tutto l’ossigeno della stanza». È solo con il silenzio e la solitudine che Jane Urquhart, considerata l’erede di Alice Munro (premio Nobel nel 2013), riesce a concepire le sue opere. E questa atmosfera sembra essere assorbita dai personaggi del romanzo Sanctuary Line, in particolare dalla protagonista Liz Crane, che sperimenta la solitudine nella vecchia casa degli zii in cui trascorreva le vacanze estive. Una casa piena di finestre che si affacciano sul lago Eire. È una solitudine che ha il potere di risvegliare la memoria della sua famiglia e quindi la sua identità. La Urquhart sa bene cosa significa, perché fin da piccola era circondata da storie domestiche di antenati irlandesi costretti ad abbandonare la patria. I racconti della propria famiglia le hanno anche permesso di sviluppare il senso di un mondo immaginario e remoto, motivo per cui si è dedicata alla scrittura. Eppure i luoghi e i paesaggi di cui scrive sono ben presenti nella sua mente: «È un processo cinematografico, prima ho bisogno di visualizzarli e poi posso scriverne. Non potrei scrivere una sola parola di Mantova.»

Dalle pagine del romanzo emerge un altro importante protagonista: le farfalle. In una narrazione piena di riflessi e rifrangenze, esse sono lo specchio di una caratteristica che accomuna tutti i personaggi: la migrazione. Le farfalle monarca, studiate da Liz Crane, se ne vanno prima dell’autunno dalla zona dei Grandi Laghi fino al Messico e le nuove generazioni ritornano la stagione successiva. Sono loro a dimostrarci la possibilità dei cambiamenti e i loro effetti. Secondo l’autrice la letteratura deve provocare piacere, un piacere declinato nella possibilità di scoprire altre vite e di avere il privilegio di un contatto così intimo, che nemmeno il cinema può restituire. E il piacere si ha anche nel venire a contatto con memorie dolorose, come accade nel romanzo: la vera magia è farci capire.

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