Anatomia di una serie giovanile
6 9 2019
Anatomia di una serie giovanile

Con Marcello Fois alla scoperta di come nascono le serie e di come il tema dei giovani possa renderle uniche

Sempre più protagonisti del Festival grazie a Read On - il progetto sostenuto dal programma Creative Europe dell'Unione Europea - i ragazzi troveranno nuovi punti di riferimento all'interno della mappa di Festivaletteratura. Il Chiostro del Museo Diocesano si trasformerà in uno spazio eventi orientato agli adolescenti, con un programma di appuntamenti che - tenendo le porte aperte agli adulti - accoglierà proposte e indicazioni raccolte grazie a Read On durante l'anno: le interviste di blurandevù; la votazione finale di Anthology!2019 – dedicata all'amore; l'evento clou di Fanfiction lab; la "premiazione" dei migliori lavori di My Life in Strips 2019; e ancora il dialogo intergenerazionale e interculturale per Passports e un'indagine su come i libri per adolescenti possano fare da ponte tra ragazzi e adulti.

Al Consorzio di Bonifica di piazza Broletto aprirà inoltre Read On Station, uno spazio a metà tra centro di attività e pista di prova per chi è interessato al progetto e agli eventi rivolti agli under 20.


Lo stereotipo più tipico che riguarda i ragazzi è quello che vede il loro mondo come un succedaneo di quello adulto, di qualità inferiore, semplificato o da semplificare. Per smontare questo ingiusto preconcetto Marcello Fois, tra l’altro apprezzato ideatore di Distretto di Polizia, dialoga al Festival con Chiara Codecà, e con quattro ragazzi coinvolti in un progetto dell’Università LUISS di Roma che li porterà a girare una vera e propria serie Tv con protagonisti adolescenti.

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«Come fanno certi adulti – ha chiesto Beatrice, una delle giovani autrici di Light and Shadow – a descrivere così bene il mondo adolescenziale?». Fois incentra la sua risposta sul concetto di talento. «Il grande narratore – ha detto – se deve descrivere un adolescente, diventa adolescente. Se deve descrivere la vicenda di una donna ed è uomo, diventa donna. E viceversa. Ecco come si spiega che due romanzi “definitivi” sulla femminilità, Anna Karenina e Madame Bovary, siano stati scritti da uomini. O, viceversa, Memorie di Adriano della Yourcenar. Non è una questione di genere, ma di talento».

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Un altro mito da sfatare è che le serie tv non coinvolgano la scrittura. In realtà, «la scrittura, esattamente come la ruota o il fuoco, è uno strumento insuperato». Infatti, è essenziale per almeno quattro step. Il primo è la creazione della cosiddetta “Bibbia” (“The Bible” per le serie made in U.S.A.) dove si inserisce di tutto, anche le informazioni che sembrano inutili: il profilo psicologico di tutti i personaggi, la professione dei loro nonni, la via dove abitano, lo stato civile delle zie. Questo serve come punto di riferimento per tutta la durata delle riprese, per “entrare” veramente nella narrazione. Due: si scrive lo “scalettone” con tutta la sequenza di eventi che i creativi immaginano. Tre: si sottopone lo “scalettone” ai produttori, che tagliano dove si può tagliare per stare dentro ai costi. Quattro: arriva il momento della sceneggiatura finale. Questi steps si compiono prima di girare il primo minuto con la telecamera, ma sono il fondamento di tutto lavoro.

In definitiva, le serie giovanili non sfuggono alle fasi di scrittura. Né le semplificano. Anzi, trattano dei problemi propri della gioventù dal loro stesso punto di vista.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Eventi al Chiostro del Museo Diocesano - Eventi al Consorzio di Bonifica.

Festivaletteratura