Bella scoperta!
11 9 2016
Bella scoperta!

L'importanza dell'innovazione tra scienza, letteratura e sport

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Ogni anno Festivaletteratura, in collaborazione con Eni, organizza un evento dedicato a scoperte e innovazioni scientifiche: basti pensare che, negli ultimi sette anni, Eni ha fatto più scoperte che in tutto il resto della sua storia. Attorno al presentatore, Neri Marcorè, siedono ospiti provenienti da ambienti molto differenti tra loro: eccoli, in rigoroso ordine alfabetico.

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Marinella Levi è docente universitaria al Politecnico di Milano e tra le venti donne più influenti al mondo per la stampa 3D. È importante, ricorda Levi, investire le proprie energie nella «riscoperta del fare»: nell’epoca in cui le macchine sostituiscono sempre più spesso la forza lavoro umana, è essenziale non affidare loro ogni processo, ma utilizzare le tecniche odierne in modo innovativo a partire dai nativi digitali, cosicché imparino a costruire le cose da soli. All’interno del Politecnico, i ragazzi delle scuole superiori possono seguire un progetto ad hoc grazie al percorso di alternanza scuola-lavoro. Levi precisa anche che tutta la «manifattura digitale» non riduce, ma aumenta i posti di lavoro.

Ingegneri, architetti e designer creano insieme oggetti anche per risolvere alcuni problemi della vita quotidiana di persone diversamente abili: così, una persona non vedente può visitare i monumenti di Milano attraverso il tatto, grazie ai modelli creati in laboratorio, così come può leggere uno spartito senza il linguaggio Braille; molte persone affette da artrite reumatoide riescono con facilità ad aprire una bottiglia o chiudere una cerniera. I designer realizzano oggetti non solo efficaci, ma anche belli, a tal punto che poi sono desiderati da tutti. Così, un oggetto creato in maniera personalizzata diventa un bene collettivo.

Le stampanti 3D hanno anche raggiunto lo spazio, e alcune di esse sono state realizzate da italiani: Samantha Cristoforetti e i suoi colleghi non hanno portato in orbita tutte le chiavi necessarie, ma una semplice stampante 3D e del filamento. «È la cosa più vicina al teletrasporto che abbiamo saputo fare».

Chiara Montanari è ingegnere e ha compiuto viaggi in Antartide, un continente interamente dedicato alla scienza che «non appartiene a nessuno, ma a tutti», sulla base italo-francese Concordia a 4 mila metri di altitudine, 1200 chilometri dalla costa, temperatura tra -80 e -50 gradi. Questa realtà è per lei una metafora del mondo contemporaneo, in cui è richiesta l’unione di flessibilità mentale e attenzione per l’innovazione nonostante la grande varietà dei percorsi di ognuno.

Antonio Manzini è un giallista e, da amico ventennale di Neri Marcorè, gioca con l’ironia in alcune risposte, come «Quando hai scoperto di essere scrittore?» «Il 12 maggio 1974, avevo dieci anni, mi hanno pubblicato subito… Solo che mi chiamavo Dickens», oppure «È una soddisfazione precedere ‘Manzoni’ sullo scaffale della libreria!». Ragionando sulla scoperta, afferma di aver scelto il noir perché è una forma forte di narrativa e la ritiene la più adatta a sé. Il protagonista da lui creato, Rocco Schiavone, amatissimo dal pubblico, è sempre «ingrugnito» e insoddisfatto anche quando scopre l’assassino, perché per scovarlo deve mettere le mani nella sporcizia. Scoprire significa portare alla luce ciò che, spesso, molti già conoscono ma non vogliono che si scopra.

Anche Gian Piero Ventura, commissario tecnico della nazionale italiana di calcio, crede ancora nella capacità di innovare il suo sport: è però fondamentale creare i presupposti per una crescita complessiva del movimento calcistico sul territorio, cosicché nel tempo si crei uno «zoccolo duro», base della nazionale del futuro. È anche convinto che il calcio italiano possa ritrovare la creatività in parte perduta: basti pensare agli ultimi Europei, nei quali il gap tecnico è stato livellato dall’organizzazione e dalla coesione della squadra.

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Festivaletteratura