Buio in sala, si legge!
16 8 2017
Buio in sala, si legge!

Tutto quello che c'è da sapere sui documentari di Pagine nascoste 2017

Da oltre dieci anni, all’interno del programma di Festivaletteratura, Pagine nascoste porta la letteratura sul grande schermo con una selezione di documentari su libri, scrittori e scritture. Curata da Cineagenzia, Pagine nascoste non è semplicemente l’ennesima rassegna su “cinema e letteratura”, ma si muove sul terreno meno esplorato delle vicende reali, delle passioni, idee, memorie e segreti da scoprire tra le righe dei libri e nelle vite dei loro autori. Vi ricordiamo che alcuni dei film proposti nelle scorse edizioni di Pagine nascoste sono disponibili per la circuitazione durante tutto l’anno, in tutta Italia, per cinema, biblioteche, librerie, università e associazioni culturali.

I 9 documentari che compongono il programma dell’edizione 2017 vedranno protagonisti celebri come Ingeborg Bachmann e Paul Celan, Peter Handke, Michel Houellebecq (in compagnia di Iggy Pop) e Charles Bukowski; figure da (ri)scoprire come l’autore del famigerato The Anarchist Cookbook William Powell, la scrittrice femminista e prostituta Grisélidis Réal e l’editore siriano Farouk Mardam-Bey; e storie mai raccontate prima, come quella della scrittrice partigiana Maria Antonietta Moro e del lavoro della redazione necrologi del “New York Times”.

Ecco, uno ad uno, tutti i film della rassegna:


AMERICAN ANARCHIST di Charlie Siskel (USA, 2016, 80’)

Nel 1970 William Powell voleva contribuire a costruire una società nuova, e pensò di iniziare insegnando al mondo come far saltare in aria quella vecchia. Mentre le rivolte politiche e controculturali degli anni ’60 prendevano derive sinistre, a 19 anni scrisse uno dei libri più famigerati mai pubblicati. Parte manifesto per una nuova società e parte manuale per la costruzione di bombe artigianali, The Anarchist Cookbook venderà negli anni oltre due milioni di copie. Diventa però un testo maledetto, trovato regolarmente nelle case di autori di stragi, terroristi pro-life e bombaroli psicopatici. Dopo una vita passata a scappare dalla triste fama del libro, Powell decide finalmente di fare i conti con il suo “fedele compagno”, come lo chiama lui.

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BELLE DE NUIT – GRISÉLIDIS RÉAL AUTOPORTRAITS di Marie-Eve de Grave (Belgio, 2016, 73’ - Anteprima italiana)

Grisélidis Réal è stata una meteora, la sua vita degna di un romanzo. Comincia a prostituirsi nei bordelli di Monaco di Baviera, spaccia marijuana, finisce in carcere. Scrive: “La prostituzione è un’arte, una scienza e una forma di umanismo”. La passione amorosa la consuma e consuma i suoi clienti. Comincia a disegnare, a dipingere e scrivere, tutto con lei diventa prezioso, passionale, travolgente, folle: Grisélidis diventa sinonimo di rivolta. Immergendosi tra i suoi testi il film traccia il percorso folgorante di donna fuori da ogni schema, tra disegni, fotografie, manoscritti e interviste che si intrecciano per tessere il ritratto multiforme di una magnifica ribelle e svelare il talento di una vera scrittrice.

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OBIT di Vanessa Gould (USA, 2016, 94’ - Anteprima italiana)

Ogni mattina la redazione necrologi del New York Times consegna alla memoria i dettagli di vite straordinarie, ammirevoli o almeno singolari, segnate da guerre, eventi politici, risultati sportivi. Sono pochi i giornalisti specializzati nei necrologi, e quelli del NYT sono i migliori: i loro articoli sono le prime bozze di quella che diventerà storia contemporanea, frammenti della varietà, ironia e pathos della vita umana, ritratti di un mondo che svanisce insieme ai suoi protagonisti, riflessioni sulla memoria e l’inevitabile passaggio del tempo. Gli autori dei necrologi minimizzano l’enfasi solitamente data alla morte, offrendo con ironia uno squarcio sul passaggio delle generazioni e dei cicli vitali e culturali. Cosa rimarrà della nostra epoca? Chi resisterà all’oblio?

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PETER HANDKE: IN THE WOODS, MIGHT BE LATE di Corinna Belz (Germania, 2016, 89’)

Un’esplorazione dell’enigma Peter Handke: dal ritratto del giovane originario della campagna austriaca capace di conquistarsi un posto al centro della scena letteraria, alla sua attuale vita riservata nei sobborghi di Parigi. Per più di cinque decenni, quest’uomo timido e spesso provocatorio si è dedicato alla scrittura: poesie, saggi, romanzi, drammi teatrali, sceneggiature. Il ritmo e la precisione del suo linguaggio, l’invenzione insieme all’esame della realtà sono gli aspetti caratteristici di questa inconfondibile voce della letteratura contemporanea. Intervistato tra le mura domestiche, Handke condivide la sua passione per i funghi, l’uncinetto e le passeggiate nei boschi, tra una mole di Polaroid e quaderni manoscritti.

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THE DREAMED ONES di Ruth Beckermann (Austria, 2016, 89’)

Un attore e un’attrice si incontrano in uno studio di registrazione a Vienna. Sono giovani, felici di godersi la reciproca compagnia. Conversano, fumano, sembrano corteggiarsi. Forse è il testo che stanno leggendo a condizionarli, oppure è proprio il sentimento che provano a permettere loro di trovare il giusto respiro per far vibrare con intensità uno dei carteggi più struggenti e significativi del ‘900. Una corrispondenza (diventata anche un libro: Troviamo le parole. Lettere 1948-1973) che ha coinvolto due fra i più grandi poeti della loro generazione: Ingeborg Bachmann e Paul Celan, entrambi alla ricerca delle parole che li facessero incontrare.

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TO STAY ALIVE. A METHOD di Erik Lieshout, Arno Hagers, Reinier van Brummelen (Paesi Bassi, 2016, 70’)

Quando Michel Houellebecq cominciò a scrivere Rester vivant, era sull’orlo del baratro. Se non vi cadde fu grazie alla letteratura. Oggi Iggy Pop rilegge intensamente le sue parole e dialoga con lo scrittore, interrogando attraverso quel testo anche lo spettatore. La riflessione è incentrata sul confine sottile tra individualità, eccentricità e follia, sugli spazi sempre più stretti in cui ci dimeniamo alla ricerca di un equilibrio impossibile, sul ruolo dell’artista nella società, sulla possibilità per le parole di salvarci, ancora e sempre, la vita. Con un messaggio di speranza al di là di ogni cinismo: bisogna andare avanti, a ogni costo, tirare fuori la propria poesia anche se uscendo lacera l’anima: “Non abbiate paura, il peggio è passato”.

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TUTTE LE ANIME DEL MIO CORPO di Erika Rossi (Italia/Slovenia, 2016, 63’)

Dopo la morte della madre, una donna trova il suo diario scritto durante la Seconda guerra mondiale, e scopre chi era veramente: una giovane donna che diventa partigiana, i suoi pensieri intimi e le sue riflessioni, la sua voglia di ribellarsi e combattere. Le parole della madre sono un dono che la figlia porta con sé nella vita di ogni giorno: è una psicoterapeuta che si occupa di bambini adottati. Non è forse la donna del diario la stessa che le ha trasmesso i valori in cui crede? Il film esplora la perdita come momento rivelatore, che ci permette di convivere coi nostri morti, ma anche di dare un senso alla memoria e all’eredità che ci hanno lasciato, perché ciò che dà forma alla nostra vita è anche ciò che più ci manca.

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YOU NEVER HAD IT. AN EVENING WITH BUKOWSKI di Matteo Borgardt (USA/Messico/Italia, 2016, 49’)

L’autore maledetto per eccellenza accetta di farsi intervistare sul suo divano, davanti a qualche buona bottiglia: pacato, irriverente, a volte in imbarazzo, oppure infastidito, capace insieme di silenzi e slanci di dolcezza verso chi ama. Il documentario è basato su un’intervista video realizzata da Silvia Bizio nel gennaio 1981 con lo scrittore Charles Bukowski nella sua casa di San Pedro, in California: una lunga serata fumando sigarette, bevendo vino insieme alla sua futura moglie Linda Lee Beighle, parlando di ogni argomento, dagli scrittori al sesso, l’amore, l’umanità. Le riprese originali, su vecchi nastri U-matic, sono state montate con riprese in Super8 della Los Angeles di oggi, accompagnate dall’audio di poesie lette dallo stesso Bukowski.

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UN ASSIÉGÉ COMME MOI di Hala Alabdalla (Francia, 2016, 93’ - Anteprima italiana)

L’editore siriano Farouk Mardam-Bey ha dedicato la vita a far conoscere la poesia e il pensiero arabi contemporanei: esule in Francia da molti anni, dirige la collana Sindbad della casa editrice Actes Sud, grazie alla quale autori come Mahmoud Darwish sono stati scoperti e apprezzati in Europa. È anche autore di opere storiche, politiche e letterarie, oltre che esperto dell’arte culinaria del suo Paese. Ed è proprio durante una cena, per la quale riunisce intorno a un tavolo scrittori e intellettuali, che si sviluppa un dialogo difficile e appassionato sulla Siria e il Medio Oriente, tra uomini e donne che instancabilmente cercano di costruire ponti tra l’Europa e mondo arabo, che hanno scelto di combattere non con la violenza, ma con la cultura.






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