Ci sono uomini giusti?
11 9 2021
Ci sono uomini giusti?

Jablonka e Ciccone: un libro per uomini.

Questa mattina Rosella Prezzo ha introdotto così il libro di Ivan Jablonka: «Ci sono uomini giusti?». Uomini giusti è un libro di storia ma anche di scienze sociali, è un libro profondamente pratico, che a sua volta inizia e finisce con una domanda. La domanda iniziale è quella che Olympe De Gouges pone all’epoca della RIvoluzione francese: «Uomo sei capace di essere giusto? È una donna che te lo chiede», con la differenza che Jablonka varia e al termine del libro propone il finale: «È un uomo che te lo chiede».

Fin dagli albori della democrazia quando essa si pone in contrasto ai privilegi, qualcosa è andato storto. Perché questo sistema squilibrato è ancora vigente? Il libro offre un quadro comparativo di vari paesi e in ognuno di essi gli uomini hanno promosso le più svariate cause rivoluzionarie, ma quella delle donne no, come se le donne si battessero per cose che riguardano solamente il proprio genere e non l’intera società.

L’idea di Ivan Jablonka è quella di avere una società di donne libere e uomini giusti.

Freud si chiedeva ai primi del Novecento: «Che cosa vuole una donna?», Rosella Prezzo questa mattina ha riproposto la domanda a Ivan Jablonka: «Che cosa vuole un uomo e soprattutto un uomo giusto?». E Ivan Jablonka: «Ritengo che per una volta non si debba chiedere nulla agli uomini, è il momento per loro di tacere e ascoltare cosa vogliono le donne»

La rivoluzione francese ha escluso le donne dalla vita politica nello stesso momento in cui la sua propaganda urlava uguaglianza. Sin dagli albori della modernità si è verificata un'esclusione delle donne in società democratiche come la nostra.

Ivan Jablonka inizia a scrivere in contemporanea all’inizio delle manifestazioni del movimento Me Too e si dice sconcertato dall’indifferenza e dal silenzio degli uomini. Il suo libro è un lavoro sugli uomini per gli uomini, anche se come riporta l'autore quando presenta questo libro l’80% della platea è composto da donne. Il fulcro dell'opera è individuare la figura dell’uomo giusto che è rispettoso dei diritti delle donne.

Stefano Ciccone racconta che il libro di Jablonka parte dal paleolitico e arriva fino a noi, per questo spostamento di equilibri sociali sono individuate alcune ambiguità in cui possiamo incorrere:

  • Idea di un complotto contro gli uomini e narrazione vittimistica come se il genere maschile fosse sotto attacco. Oggi non ci ritroviamo davanti a qualche residuo di maschilismo arcaico recidivo ma c’è un nuovo richiamo maschilista tutto moderno, possiamo notare la capacità del patriarcato nel rinnovarsi.
  • Finalismo paritario quindi emancipazione, valorizzazione delle donne ma per caratteristiche stereotipate, ad esempio la capacità di compiere più azioni nello stesso momento.
  • Declino dell’importanza della forza fisica soprattutto con l’avanzare della tecnica e la diminuzione dell’utilizzo di manovalanza.
  • Alienazione maschile, nel senso che gli uomini vanno fieri di non manifestare emozioni e questo è un impoverimento della vita maschile.
  • Effetti del movimento Mee Too che pone l’uomo davanti alla necessità di interrogarsi sul proprio atteggiamento.

Se queste sono le “trappole”, «qual è la strada da percorrere?» viene chiesto all'autore, che risponde: «Giustizia di genere, rispetto, altruismo». In questo dominio maschile si cela una miseria degli uomini. La società patriarcale costringe gli uomini, ad esempio, a reprimere le proprie emozioni.

La libertà e l’autonomia delle donne non sono solo qualcosa che gli uomini devono riconoscere ma allo stesso tempo qualcosa che li può arricchire. Per fare un esempio concreto: «Siamo convinti che questa sessualità tutta penetrazione e dominazione sia quella più appagante per gli uomini? Quella sessualità dove ci si chiede: sono stato bravo? E non: sono stato bene?».

Ivan Jablonka ha voluto poi rendere omaggio al libro di Stefano Ciccone Maschi in crisi? che parla di crisi maschile, la sua opinione è che il punto interrogativo sia la chiave per cui non pensa ci sia una vera crisi maschile, in fondo è più semplice essere uomini che donne. Lo scrittore pone poi l’accento su due tipi di violenze: quello che causa il femminicidio e la violenza misogina legata alla politica e alle istituzioni che si manifesta nel populismo virile. Jablonka ritiene che l’invenzione del populismo virile abbia posto uno dei suoi piedi in Italia con Berlusconi.

La definizione antropologica di uomo è «L'uomo come animale è uguale agli altri animali ma unico nel suo genere», negli anni l’unicità dell’uomo è stata ricercata in qualità ma la specie umana è l’unica in cui i maschi uccidono le loro femmine. La pluralità di genere necessita di essere riconosciuta.

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