Cinque gialli che si bevono
9 9 2021
Cinque gialli che si bevono

Quando non si riesce a chiudere il libro nonostante siano le tre del mattino

Marco Malvaldi si presenta come un venditore d’asta. Le preziose pepite sono cinque gialli che, a detta sua, tutti dovrebbero leggere: Gli scellerati di Frédéric Dard, Enigma in luogo di mare di Fruttero&Lucentini, Le due verità di Agatha Christie, La fine è nota di Geoffrey Holiday Hall e La guardia al toro di Rex Stout.

L'autore spiega al pubblico incantato che la caratteristica essenziale di una storia è quella di far muovere i personaggi, che si tratti di un inserviente polacco rigidamente cattolico o della ferramenta sotto casa.

La maestria di Fruttero&Lucentini in Enigma in luogo di mare sta infatti nell’urlare in faccia al lettore, sin dalla prima pagina chi è il colpevole, per poi distrarlo e spostare la sua attenzione come il più bravo dei prestigiatori. È invece un acrobata della parola Frédéric Dard nello scrivere Gli scellerati. Se, come diceva Voltaire, l’arte di annoiare consiste nel dire tutto, Dard di certo non annoia, non scrivendo quasi nulla, ma delegando al lettore la costruzione totale dell’ambientazione e dei personaggi.

Agatha Christie ha tolto a ogni aspirante giallista la possibilità di scrivere qualcosa di nuovo. Con la moltitudine di libri scritti ha esaurito qualsiasi stratagemma, inganno, sotterfugio pensabile. Marco Malvaldi ci presenta quello che lei stessa ha definito il suo romanzo meglio riuscito: Le due verità. Un giallo psicologico che si apre con un’atroce uccisione ed evolve nella lenta consapevolezza del lettore che nulla è come appare.

Per rimarcare che nessun personaggio è secondario quando si parla di gialli, Malvaldi presenta La guardia al toro di Rex Stout: un romanzo intriso di citazioni shakespeariane in cui movente e assassino sarebbero intuibili sin dal titolo, se solo il lettore riuscisse a coglierli. Resta per ultimo il giallo di Geoffrey Holiday Hall: La fine è nota. La peculiarità di questo libro è il mistero, che non si esaurisce letta l’ultima riga, ma continua per l’impossibilità del lettore di risalire allo scrittore, volutamente celato sotto pseudonimo.

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