Conoscenza e partecipazione
11 9 2020
Conoscenza e partecipazione

Il racconto della nostra storia recente da parte di un fantasma

(caricamento...)

Ancora una volta una finzione letteraria per raccontare fatti storici. Ma anche giornalismo di inchiesta, racconto autobiografico, indagine giudiziaria, geopolitica e intelligence. Tutto questo e molto altro nel libro di Fabrizio Gatti presentato a Palazzo San Sebastiano da Luigi Caracciolo. E come protagonista un fantasma, una persona che non appare perché in fin dei conti non esiste. Simone Pace, protagonista nei servizi segreti americani, che a fine carriera chiama il giornalista Gatti (un po’ per la necessità di confessare, un po’ per ribadire il suo ruolo e la sua persona ormai messa all’angolo da nuove direttive presidenziali) per raccontare la sua versione dei fatti. Tutto ovviamente scritto sull’acqua perché non c’è nessun documento di queste operazioni, e neanche dovrebbe esserci. Ci sono indizi, coincidenze strane, ma solo con lo strumento della finzione narrativa si poteva raccontare questa storia. Racconto che può diventare un punto di partenza per ulteriori indagini, ulteriori approfondimenti. Trasformandoci tutti in ricercatori.

Simone Pace ci narra la sua vita da infiltrato per la CIA. Dalla fine degli anni '80, dalla fine della guerra fredda, fino a questi ultimi anni. La guerra al terrorismo che inizia nel 1990 con la questione del supercannone commissionato dall’IRAQ. Il rapimento di Abu Omar nel 2003. Un agente americano trovato morto nel Tevere nel 1999. L’attentato di via Palestro. E altro ancora. La cellula dello spionaggio americano che lavora in Italia dalla fine della guerra. Il suo lavoro di appoggio a Gladio e all’Anello. I legami con Cosa Nostra e ‘Ndrangheta. La CIA che ordina di raccogliere informazioni su Craxi e il PSI, sulla DC. E poco dopo scoppia Mani Pulite. La volontà dell’amministrazione americana all’inizio degli anni '90 di rovesciare il gruppo al potere per aumentare i legami con il nostro paese. La “Falange Armata” nell’omicidio Mormile nel Carcere di Opera e nelle operazioni della Uno Bianca. I piani per intervenire in Italia in caso di Golpe.

Tutto questo fino ad arrivare alla degenerazione mediatica della democrazia per mantenere il consenso. Ma allora forse siamo allo stesso livello delle dittature? La democrazia è un sistema complesso che può essere mantenuto vivo dalla conoscenza e dalla partecipazione, come ci garantisce l’articolo 21 della Costituzione. Se i cittadini continueranno a voler conoscere e a partecipare alla vita della Repubblica, pur in mezzo alle tante zone d’ombra che permangono, lo Stato potrà resistere.

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