Consapevolezza verde
10 9 2016
Consapevolezza verde

La sostenibile leggerezza dell'essere a Festivaletteratura

Api, boschi, clima, cura della terra e gestione delle risorse: quanto siamo consapevoli dell'ambiente che ci circonda? Non c'è limite alle piccole scoperte a cui il pubblico di Festivaletteratura può accedere negli incontri dedicati alla Consapevolezza Verde. Muovendosi - rigorosamente a piedi o in bicicletta - tra le strade di Mantova, un solo evento potrebbe cambiare la nostra vita quotidiana: proposte di impatto per un'esistenza a impatto zero su un pianeta che, per ora, rimane sempre solo uno.

Qui il nostro racconto:

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Ambiente, cultura, responsabilità: sono le parole chiave del confronto fra Grammenos Mastrojeni e Francesco Erbani. Il primo diplomatico italiano e coordinatore per l'eco-sostenibilità della Cooperazione allo Sviluppo, il secondo giornalista e pubblicista de La Repubblica.

«Il protagonista dell’evento sei tu!» dice Mastrojeni rivolto a Erbani: l’obiettivo dell’incontro è infatti quello di lanciare un appello a tutti gli operatori della cultura affinché si impegnino in merito alle questioni ambientali. Mastrojeni evidenzia subito come non esista di per sé un ruolo dell’intellettuale: ogni singolo cittadino può effettivamente contribuire secondo i propri mezzi e possibilità. Le grandi manovre internazionali e i poteri forti ci deresponsabilizzano, facendoci sentire piccoli e inutili; quello che Mastrojeni definisce «il fenomeno della goccia nell’oceano». Ma perché non ci mettiamo in gioco? E’ la domanda che rimbomba ora più che mai. I segnali dalla comunità scientifica sono forti, ma rimangono inascoltati. «Siamo tutti inconsapevolmente convinti di avere un dominio totale sulla natura» dice Erbani. Quella in atto è la sesta estinzione di massa nella storia dell’Universo e riusciamo a distinguerci per capacità autodistruttive: siamo i più rapidi estintori di specie.

Con un linguaggio chiaro, immediato e privo di ogni tono apocalittico, Mastrojeni traccia una carrellata di problematiche ambientali, a partire dall’acidificazione degli oceani fino allo scioglimento del permafrost. Il tutto evidenziando il forte legame che esiste fra cambiamenti climatici, guerra e conflitti: basti pensare al lago Ciad ristrettosi di 18 volte negli ultimi 50 anni e diventato ormai terreno fertile per Boko Haram. Citando esempi storici, Mastrojeni riflette sul ruolo del popolo e della sua importanza, il quale sottoposto a situazioni di stress economico e sociale reagisce in modo del tutto irrazionale. L’analogia con la situazione di crisi attuale è immediata: il diplomatico afferma come i cambiamenti climatici siano stati «la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

«Io non servo a niente se il messaggio non arriva a voi!»: è così che Mastrojeni chiude un evento in cui gli spettatori sono stati trascinati nel ciclo “magico” dove rispetto della natura significa sostenibilità, giustizia e dunque pace.


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«La gente deve comprendere che questo è un mondo finito in cui un sistema di crescita infinito non può funzionare» così Ferdinando Boero, zoologo ed economo della natura, sceglie di aprire il suo intervento. Partendo dal concetto di "capacità portante" sviluppato da Malthus, Boero illustra quanto la differenza fra prezzo e valore sia fondamentale. Sebbene il capitale economico possa ipoteticamente crescere in modo infinito, in natura questo non è possibile. Ad ogni percentuale di crescita economica corrisponde, parallelamente, una decrescita del capitale naturale, ovvero di ciò che il pianeta ha da offrire. In questa semplice equazione risiede il significato della teoria sviluppata da Malthus più di duecentocinquanta anni fa: per capacità portante si intende, infatti, la capacità massima di un ambiente e delle sue risorse di sostenere un certo numero di individui prima del collasso.

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Le possibili soluzioni in grado di arginare la drammatica situazione in cui versa l'ecosistema terrestre sono principalmente due: da una parte il rallentamento della crescita e dello sfruttamento delle risorse e dall'altra l'acquisizione di una cultura alla cui base si abbia un rinnovato rispetto per ciò che ci circonda. Nonostante la costante evoluzione tecnologica, ancora oggi non si hanno strumenti nuovi in grado di portare soluzioni alternative.

Un altro punto focale della discussione è la mancanza di consapevolezza. Quest'ultima viene meno nelle nuove come nelle vecchie generazioni e fa sì che la questione venga considerata di importanza minore dalla popolazione. «In nessuna scuola italiana oggi viene insegnato il funzionamento di un ecosistema e persino nell'articolo 9 della Costituzione Italiana, la base della nostra democrazia, la natura non viene citata. È una mancanza inaccettabile» afferma l'autore di Economia senza natura. La grande truffa.

Il messaggio dello zoologo è chiaro: ingegneri ed economi possono concordare su ipotesi riparatrici ma bisogna raggiungere il cuore del problema per poter continuare a vivere in uno stato di prosperità. Moltissimi i riferimenti alla vita sociale, culturale ed in alcuni casi politica del nostro paese. Nessun dubbio riguardo la direzione da prendere. Non importa quanto capitale economico si riesca ad accumulare in una vita, ciò che conta è lasciare un pianeta prospero alle generazioni che verranno.


Festivaletteratura per i più piccoli: dieci giovanissimi collaborano con la redazione per offrire un resoconto dettagliato di tutti gli eventi dedicati ai bambini e ai ragazzi.

Cos’è un entomologo? Un entomologo è una persona che studia degli animali…. gli insetti. Tra gli insetti spiega l’ape. L’entomologo Gianumberto Accinnelli, le presenta ai bambini, utilizzando un linguaggio semplice da capire anche per i più piccoli. Dovete sapere che l’ape è un insetto che comunica bene, con la voce della natura e sente la “voce delle piante” che comunicano attraverso i fiori, sono attratte dal colore che è correlato alla vista dei questi piccoli insetti. Sono attratte dai fiori grazie alla loro vista a ultravioletti, oppure grazie al dolce profumo che emanano. Le api sono molto sensibili ai movimenti e per questo pungono spesso su mani, occhi e faccia. L’ape riesce inoltre a distinguere i fotogrammi e grazie alla vista le api si calma vedendo i colori chiari; per questo le tute da apicoltori sono bianche.

Successivamente Gianumberto accompagna i bambini ad osservare il favo, un raggruppamento di celle esagonali di cera costruito dalle api nel loro per contenere le larve della covata, che sono sempre mantenute a 35°, e per immagazzinare miele e polline. L’alimento delle api è il miele perché non invecchia e estraggono da esso l’80% di acqua per rendere questo alimento più forte.

In seguito c’è il laboratorio dove Nadia Nicoletti, aiuta i bambini a piantare delle piante tra cui Timo, Menta Piperita, Origano, Finocchio, Menta mandarino per attirare le api: per prima cosa si mette la terra dentro la cassetta che tutti hanno a disposizione, poi bisogna fare un piccolo buchino nella terra inserire la pianta e ricoprire di terra le radici.

Finito il laboratorio ogni bambino può portare a casa il proprio orticello ed osservare le api che lo visiteranno.


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