Cosa ci raccontano i microrganismi del Rio di Mantova?
6 9 2019
Cosa ci raccontano i microrganismi del Rio di Mantova?

Laboratorio esperenziale di ricerca e comunicazione scientifica

L'adozione di una scala micro di osservazione sul mondo per ribaltarne in modo salutare l'interpretazione è la proposta avanzata quest'anno da Scienceground. Lo spazio di incontro, dibattito e sperimentazione pensato per raccontare e problematizzare la scienza nella società e il sociale nella scienza a partire dalla letteratura (scientifica e di divulgazione) si trasferirà quest'anno nelle aule e nel chiostro del Liceo "Isabella d'Este" e sarà interamente dedicato ai microbi.


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A Scienceground si è concluso oggi il laboratorio di ricerca ambientale che ha coinvolto decine di lettori, che per tre giorni hanno indossato il camice degli scienziati, andando ad interrogarsi sullo stato di salute delle acque del Rio di Mantova, canale che attraversa la città dal lago Maggiore al lago Minore.

Il docente di Ecologia dell’Università di Parma, Marco Bartoli, l’ingegnere ambientale, il professor Marco Faggioli e la professoressa Cinzia Manicardi dell’Istituto Mantegna hanno condotto, negli spazi di Scienceground, con l’aiuto di altri professori e ricercatori del CNR di Parma, un laboratorio esperienziale sull’analisi dei microrganismi del Rio di Mantova, usato storicamente in passato per lo scarico di rifiuti urbani. Il pubblico ha potuto comprendere in prima persona cos’è e come funziona la ricerca scientifica, declinandola nel corso delle giornate nei suoi passaggi fondamentali. Il primo giorno è stato così dedicato all’analisi, il secondo all’interpretazione dei risultati e il terzo alla divulgazione di questi. L’analisi delle acque del Rio è nata dalla curiosità di provare a trovare una risposta a una serie di domande riguardo lo stato di salute dell’acqua sia per l’uomo sia per l’ecosistema che vi vive. Gli esperti hanno accompagnato i partecipanti in più punti per effettuare vari prelievi (l’acqua del Rio per transitare attraverso Mantova impiega circa un'ora e in nell'arco di questo periodo può arricchirsi di particelle e sostanze chimiche che potrebbero determinare un deterioramento bio-chimico delle acque). Dunque, dopo aver scelto come riferimento l’acqua di una fontana a 15 metri dal Rio, collegata all’acquedotto, sono stati fatti dei prelievi con una sonda multiparametrica per osservare l’eventuale presenza del batterio Escherichia coli; sostanza comune negli scarichi umani, e per valutare la concentrazione di sali di azoto e di fosforo, tipici dell’attività agricola, e altri parametri fondamentali per l’efficacia della ricerca. I campioni prelevati sono stati portati presso l’aula di chimica dell’Istituto Mantegna per essere studiati il giorno successivo.

Il secondo giorno di laboratorio si è aperto con la premessa del professor Marco Faggioli che ha sottolineato come i dati ottenuti non debbano essere intesi come risultati definitivi - una ricerca scientifica richiede un'analisi più approfondita e deve tenere conto di variabili e condizioni differenti. L’interpretazione dei dati ha mostrato che la fontana collegata all’acquedotto scelta come riferimento, non presenta colonie di Escherichia coli, ma la concentrazione dei batteri aumenta a mano a mano che ci si inoltra lungo il corso d’acqua, il che ha fatto presumere che ci siano ancora degli scarichi domestici collegati al Rio. I dati legati ai sali di azoto e fosforo e quelli relativi all’ossigeno hanno mostrato che il Rio risente anche degli effetti collaterali dell’attività agricola, come mostra la presenza nel Rio di piante acquatiche ben radicate e floride, che si nutrono di questi elementi.

Durante l'ultima giornata di laboratorio il team si è occupato di illustrare al pubblico la fase finale della ricerca scientifica: la divulgazione. Il professor Bartoli ha spiegato come gli scienziati scrivono delle loro scoperte, illustrando la struttura di un poster scientifico, utilizzato frequentemente all'interno dei convegni, mentre il professor Faggioli, che insegna comunicazione scientifica presso l’Università di Ferrara, ha mostrato come il discorso scientifico debba saper cambiare le proprie vesti nel momento in cui la comunicazione si rivolge non a tecnici ma al grande pubblico, facendo ricorso ad un linguaggio meno complesso, anche se non meno preciso, trovando magari supporto anche nell’uso di infografiche che possano aiutare il pubblico generico a comprendere un messaggio che altrimenti risulterebbe inaccessibile. I partecipanti sono stati poi coinvolti in un laboratorio pratico in cui hanno dovuto dare espressione ai dati scoperti il giorno precedente sotto forma di poster scientifico, di articolo o di infografica.

Nel corso di questo laboratorio il pubblico ha dimostrato che esiste ancora chi è curioso e non si accontenta più dei titoli sensazionalistici delle testate giornalistiche. La piccola comunità scientifica di ExTemporanea ha manifestato la volontà di contribuire in modo sempre più efficace alla creazione di una comunicazione scientifica che sappia relazionarsi in modo migliore con il grande pubblico. Al di là dei risultati ottenuti dall’analisi, i tre giorni di laboratorio hanno quindi saputo cucire e forse anche ricucire un filo invisibile tra il grande pubblico e la comunità scientifica.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Eventi al Liceo “Isabella d’Este” - Lavagna ore 21.00 mercoledì 4 “Un segnale nel rumore” - Lavagna ore 11.00 sabato 7 “Prevenire le infezioni resistenti agli antibiotici” - Evento 155 “Verso la fine delle medicine?” - Lavagna ore 21.00 sabato 7 “Resistenza agli antibiotici: strutturare la sanità” - Lavagna ore 11.00 domenica 8 “Microbes: good and/or evil” - Evento 219 “Microbi, non spiriti”.

Festivaletteratura