Di ciclisti e volate, epica e humour
12 9 2020
Di ciclisti e volate, epica e humour

Un dialogo tra amici a Cittadella

Con il format Piazza Balcone, inaugurato proprio con l’edizione 2020, in questi giorni Festivaletteratura sta portando i suoi incontri in diversi quartieri delle periferie di Mantova. Per la prima volta teatro dei racconti degli autori sono cortili interni dei condomini e piazzali ricompresi all’interno di aree residenziali, nell’intento di far giungere i dialoghi e le conversazioni fin sotto le case dei cittadini. Così è per la distesa e spigliata conversazione tra Marta Bacigalupo e Jacopo Guarnieri, ambientata tra soffuse luci blu in uno spiazzo tra caseggiati di più piani nel quartiere di Cittadella, in una cornice di pubblico ampia e vivace.

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Tema conduttore dell’evento è il ciclismo. D’altra parte, se lo sport della bicicletta è una passione radicata e viscerale per Marta Bacigalupo, esperta di comunicazione digitale e cultrice di letteratura e cinema, per Jacopo Guarnieri – ciclista professionista 33enne attualmente in forza alla squadra francese Groupama FDJ – si tratta appunto di una professione, che però della passione mantiene il sapore.

La lettura di brani tratti da libri fra cui Cadrò, sognando di volare di Fabio Genovesi, oltre a Battista al Giro d’Italia dell’indimenticato Achille Campanile, offre poi lo spunto per raccontare in chiave ora seria ora faceta aspetti della vita del corridore professionista quali i rapporti interni ad una squadra, la tattica durante un arrivo in volata, l’alimentazione, ma anche le emozioni suscitate in un’intera generazione di ragazzi italiani dalle gesta di Marco Pantani.

Così, l’incontro scorre piacevolmente come un discorso tra amici – intervallato da alcuni picchi di epico pathos sportivo così come da frequenti aneddoti e motti di spirito – che a tratti prende le sembianze di un’intervista ad un velocista ed eccellente gregario nel pieno della sua carriera e a tratti vira invece sui rispettivi gusti artistici al di fuori dello sport. (Libro preferito di Guarnieri? Racconti per una solitudine insonne, del Subcomandante Marcos, che fra le altre cose «è un inno ad accettare il diverso, perché grazie al diverso sappiamo chi siamo»). Senza dimenticare una vera e propria interrogazione a cui Bacigalupo sottopone Guarnieri, sfidandolo ad associare diversi soprannomi ai ciclisti che li hanno portati. Chi è “il professore”? E “lo sceriffo”? E “lo squalo”?

Per chi non lo sapesse, le soluzioni sono: Laurent Fignon, Francesco Moser e Vincenzo Nibali.

Festivaletteratura