Dietro le quinte di una sera d'estate
30 3 2016
Dietro le quinte di una sera d'estate

Il concerto di Gianmaria Testa nel primo anno di Festivaletteratura

Oggi è scomparso Gianmaria Testa, un grande artista e un amico. Aveva cinquantasette anni. Il legame che ci univa era speciale, di quelli che non si dimenticano. Nel '97, in Italia, lo conoscevano in pochi, e pochissimi conoscevano il Festival. Ai nostri primi passi ci regalò le sue canzoni, e a vent'anni di distanza è davvero impossibile contraccambiare, se non con una manciata di ricordi.

DIETRO LE QUINTE DI UNA SERA D'ESTATE [di Luca Nicolini]

«Era l'inverno 1996-1997. Stavamo pensando al primo Festival. In una stanza in montagna (brevi vacanze invernali) leggevo sul giornale di un cantautore-capostazione di Cuneo che aveva avuto grande successo all'Olympia di Parigi. L'Olympia è un tempio della musica e, tra gli artisti italiani di quegli anni, solo Paolo Conte aveva avuto l'onore di suonarvi. Da noi sconosciuto, Gianmaria Testa aveva entusiasmato i difficili frequentatori parigini. Idea! Apriamo Festivaletteratura con un suo concerto. Non fu difficile contattarlo, metterci d'accordo e programmare la serata inaugurale del 10 settembre 1997. Fu grazie anche a Paola, sua preziosa manager e splendida moglie.

La sera prima del concerto, Gianmaria e i suoi musicisti arrivarono a Mantova su un pulmino che era andato a prenderli alla stazione di Verona. Alloggiavano all'Hotel Broletto e mi ricorderò sempre la curiosa scena che vide protagonista il contrabbassista del gruppo. Aveva l'esigenza di portarsi lo strumento in camera, ma c'erano due difficoltà: la scala dell'hotel era molto stretta e la camera (singola) non riusciva a contenere il contrabbasso, almeno a detta del portiere d'albergo. Come finì non lo so, ma il musicista salì con lo strumento e riuscì a chiudersi in camera col suo contrabbasso. Se riuscì a dormire non lo sappiamo. Il concerto lo ricordo come uno dei momenti più emozionanti e dolci di vent'anni di Festival. Circa 800 persone presenti per un musicista sconosciuto in Italia, canzoni meravigliose regalate a persone sorprese dall'emozione che le stava toccando. Da quel giorno la semplice conoscenza con Gianmaria si è trasformata in vera amicizia, grazie anche alla sua meravigliosa capacità di relazionarsi in modo semplice e pieno di affetto.

Ci siamo rivisti più volte. Ne voglio ricordare solo altre due. La prima, sempre a Festivaletteratura, quando ci consigliò di invitare (e noi lo ascoltammo tranquilli) uno sconosciuto scrittore piemontese che lui aveva conosciuto e che lo aveva impressionato: Mario Cavatore, autore del libro Il seminatore. Era il 2004 e in quel festival abbiamo potuto proporre un'altra perla, grazie a Gianmaria. Un'altra volta ho avuto la fortuna di poterlo ascoltare in concerto a I Suoni delle Dolomiti. Era una domenica di luglio e Gianmaria ha steso la sua musica sui prati del passo Lavazè, ai piedi del Latemar, in un pomeriggio pieno di sole. I grandi intenditori avrebbero avuto da ridire sulla resa acustica, ma quel concerto è diventato un'esperienza del tutto indimenticabile.»

Festivaletteratura