E se perdere la memoria fosse un dono?
6 9 2019
E se perdere la memoria fosse un dono?

Ricordo, tempo e "Labirinto" con Burhan Sönmez

Santiago, il pescatore de Il vecchio e il mare di Hemingway diceva: «Every day is a new day». Lo scrittore turco Burhan Sönmez fa sue queste parole e rilancia: «e se perdere la memoria non fosse una disgrazia, bensì un dono»?

(caricamento...)

Questa è l’esperienza che vive Boratin, protagonista del romanzo Labirinto (Nottetempo, 2019) e vittima di perdita di memoria all’età di ventotto anni a causa di un tentato suicidio. Andrea Grisi, presentatore dell’evento, nota un parallelismo perfetto tra la figura di Boratin e quella di un orologio: «L’orologio fissa il presente e Boratin diventa orologio perché si ferma tra passato e futuro, si preoccupa di essere e non di esistere».

(caricamento...)

Il tempo non scorre e, ipotizza Sönmez, «forse non c’è un flusso del tempo. Ieri può essere oggi così come oggi può essere duemila anni fa». Ecco che, in questa ottica, la dimenticanza diventa un’occasione e, ritornando ad Hemingway, ogni giorno può davvero essere un nuovo giorno, un nuovo inizio, senza passato e con una grande meravigliosa apertura alla speranza.

«Sono uno stupido ottimista», ripete più volte l’autore turco anche a riguardo del futuro della sua Turchia. «Nonostante le catastrofi dobbiamo credere in questa vita», chiosa Sönmez e aggiunge: «Leggere e scrivere va bene ma non dimentichiamo di parlare e ascoltare».

Festivaletteratura