Frammenti di vita
11 9 2016
Frammenti di vita

Ragione di stato e sentimenti nelle lettere tra Cristina di Lorena e Caterina Medici Gonzaga

Siamo abituati a pensare alle signorie rinascimentali come a luoghi protetti, dove mura affrescate separavano la vita negli sfarzi di corte da quella molto più umile della maggioranza esclusa. Questo è vero solo in parte e l'incomprensione, come spesso accade, è un problema di accento. L'epistolario tra Cristina di Lorena e la figlia, Caterina Medici Gonzaga riporta un mondo lontano da una spensieratezza ideale, in cui ci si preoccupa di preservare l'onore delle famiglia oltre ogni valore e in cui l'affetto parentale, prima di manifestarsi, deve passare la rigida soglia delle formalità. Le mura del palazzo di certo separavano da occhi indiscreti, ma era dall'interno in realtà che le notizie trapelavano e si diffondevano.

Fedele confidente nelle camere più intime, l'epistolario riporta fatti ciò che invano si cercava di mantenere in ombra: nelle lettere ritorna la figura di Camilla Faà di Bruno, una contessina quindicenne di cui si innamorò il giovane Ferdinando Gonzaga, che sposò segretamente e da cui ebbe il primogenito Giacinto. Una presenza ingombrante soprattutto perché era di ostacolo al secondo matrimonio del duca, più vantaggioso, con Caterina de Medici. L'epistolario permette quindi di recuperare alcune tracce del nostro passato di cui non si conosceva molto o di cui non sapevamo l'esistenza.

Solitamente le testimonianze che la storia ci tramanda sono scritture maschili, il recupero delle lettere tra Cristina di Lorena e Caterina Medici Gonzaga, nasce in un progetto che mira al recupero delle voci femminili nella storia. I documenti e le altre ricerche sono consultabili sul sito. Con la guida di Beatrice Biagioli e Elisabetta Stumpo, sono state censite le carte del fondo mediceo a Firenze, molti archivi tra pubblici e privati e, in una fruttuosa collaborazione, le carte conservate all'Archivio di Stato di Mantova.

Nella corrispondenza sono prevalenti i consigli di stampo precettistico, che nei momenti di maggiore intimità diventano consigli tra madre e figlia. Come se un tacito accordo prevedesse di rompere il codice delle relazioni epistolari per lasciare spazio, per un momento, solo ad un'atmosfera domestica. Accade per esempio quando Caterina de' Medici annuncia alla madre di essere rimasta incinta, ricevendo in risposta affettuosi consigli e alcuni monili benefici per aiutare la gravidanza. E' un luogo, dove si realizza la corrispondenza, parallelo ai luoghi pubblici del potere. Qui le donne possono esercitare direttamente la loro influenza, ma affrontano costanti rinunce per una volontà altrui e, se il nostro occhio contemporaneo non ci inganna, la difficoltà che si rivela è quella di sviluppare una propria individualità.


Per noi lettori degli ultimi anni, l'epistolario sembra rivestito dal fascino che avvolge i sistemi di comunicazione ormai superati, ma che rimangono nell’immaginario più a lungo di quanto sono utilizzati. La tecnica di scrittura, la lingua che nei momenti più vivi cede al dialetto, una diversa gerarchia di valori ma in fondo la stessa umanità: gli elementi di distanza temporale ci rendono queste lettere più vicine, perché riscoprire la vita pulsante nel cuore delle nostre città a distanza di secoli, in fondo è come ritrovare qualcosa di noi.

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